1 maggio 2024
Aggiornato 23:00
La protesta

I sindaci dell'Uti Riviera Bassa Friulana compatti a difesa dell'ospedale di Latisana

Critiche alla riforma sanitaria da parte dei primi cittadini di Carlino, Lignano Sabbiadoro, Marano Lagunare, Muzzana del Turgnano, Palazzolo dello Stella, Pocenia, Porpetto, Precenicco, Ronchis, San Giorgio di Nogaro e Latisana

LATISANA – Sono tutti uniti gli 11 sindaci dell’Uti Riviera Bassa Friulana in difesa dell'ospedale di Latisana. I primi cittadini di Carlino, Lignano Sabbiadoro, Marano Lagunare, Muzzana del Turgnano, Palazzolo dello Stella, Pocenia, Porpetto, Precenicco, Ronchis, San Giorgio di Nogaro e Latisana si sono riuniti sabato 11 febbraio, all’ospedale di Latisana per fare il punto sulla situazione del tavolo tecnico-politico intrapreso con la Regione Friuli Venezia Giulia.

I primi cittadini bocciano la gestione sanitaria
«La sintesi politica della serie di incontri che propone addirittura, da parte della Regione, la chiusura definitiva del punto nascita e del reparto di ostetricia e ginecologia, senza per altro garantire alcuna presenza nelle 24h, non può che essere respinta con fermezza e profonda indignazione da parte dei sindaci». I primi cittadini dell’Uti Riviera Bassa Friulana ritengono a questo punto di formalizzare alla Regione una richiesta precisa e inderogabile di riapertura immediata dell’attività h24 del reparto pediatrico, ostetrico ginecologico e del punto nascita, dell’Orl e della terapia del dolore senza ulteriori rinvii. Chiedono, inoltre, l'immediata sostituzione del direttore generale dell’Aas2, e la revisione dell’Aas2 in modo da accorpare la Bassa Friulana Occidentale al suo ospedale di riferimento, costituito dall’ospedale ad alta specializzazione di Udine.

Il punto nascita
Per gli 11 primi cittadini, «Sulla base di scelte poco avvedute di distribuzione delle risorse umane e professionali, la direzione dell’azienda sanitaria, incurante di bisogni di servizi sanitari di un’intera popolazione e delle istanze del territorio, ha sospeso l’attività di ricovero pediatrico e la guardia attiva sulle 24 ore, facendo venire meno le condizioni per tenere aperto il punto nascita che, nel 2016, sulla base dell’andamento parti dei primi mesi dell’anno, avrebbe di gran lunga superato il numero di 500 parti previsti dalle linee guida nazionali; pur essendo chiaro che, con l’istituzione dei reparti unici su due sedi, avrebbero potuto operare gli stessi professionisti in entrambe le strutture, di fatto promuovendo l’integrazione vera, con la prospettiva di superare il numero di parti complessivo di ben oltre le 1000 unità all'anno».