19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
E' successo l'11 febbraio di 72 anni fa

Ricordati i 23 partigiani fucilati nel 1945 davanti al cimitero di San Vito

Cerimonia a cui hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco Honsell e il presidente del Consiglio Iacop. Appello a riscoprire e fare propri i valori che animarono la Resistenza

UDINE - Il presidente del Consiglio regionale è intervenuto presso il cimitero di San Vito a Udine alla cerimonia organizzata dall'Anpi udinese in memoria dei 23 partigiani osovani e garibaldini che l'11 febbraio 1945, dopo essere stati prelevati per rappresaglia dalle carceri di via Spalato in seguito alla liberazione di 73 partigiani, furono fucilati dai fascisti contro il muro di cinta del camposanto dove una lapide posta all'entrata ne ricorda il sacrificio. Oggi il piazzale antistante è stato intitolato a quella data e a loro, per ricordare, è stato sottolineato dal sindaco Furio Honsell, a chi vi transita l'impegno di quegli eroi e i valori che li guidavano.

Il monito a ricordare, per fare certamente memoria degli eventi ma soprattutto per rinnovare nel presente l'adesione ai valori di libertà e giustizia che hanno animato la Resistenza e che sono alla base di una democrazia partecipata, è risuonato negli interventi delle autorità - dal sindaco Honsell all'onorevole Domenico Rossi, sottosegretario alla difesa -, e Iacop, portando anche il saluto della presidente della Regione Debora Serracchiani, ha in particolare sottolineato l'attualità di quel sacrificio, che è, ha detto, «un appello alla nostra coscienza civica a all'impegno del Paese che deve toccare in prima persona i rappresentanti delle Istituzioni ai quali i cittadini hanno affidato la responsabilità delle amministrazioni. Un appello - ha aggiunto - che raccogliamo con l'obbligo di essere custodi attenti della Costituzione, delle libertà che in essa sono garantite al pari dei doveri che stabilisce».

"La Resistenza fu un movimento davvero popolare, in tutte le declinazioni - ha aggiunto il presidente invitando a prestare più attenzione alle voci dei partigiani che ancora testimoniano il senso di una scelta compiuta non solo nel circoscritto arco della guerra, ma lungo la loro vita -, perchè l'esperienza della lotta partigiana ha rappresentato un elemento innovativo di democrazia e la Resistenza la culla di una grande visione politica che ha visto la luce a decenni di distanza, i cui esisti segnano oggi la nostra esistenza».
Da qui l'appello di Iacop a non dimenticare che nell'oppressione nacque l'idea dell'Europa come progetto di vita dei popoli del continente che si stavano combattendo: oggi l'Unione europea è l'ambito istituzionale imprescindibile entro cui difendere il nostro futuro; è un traguardo da difendere perchè non vada disperso, oggi che la crisi mette a dura prova il tessuto sociale delle nostre comunità, e che il crescere dei qualunquismi, di egoismi e paure potrebbe arrestare definitivamente l'integrazione portando al declino dell'Europa con il rischio di travolgere il bene più prezioso portato in dote dalla casa comune europea, ovvero la pace che dura da 72 anni. Un bene deturpato in molte aree di guerra, prima fra tutte quella della sponda sud del Mediteraneo, da vecchi e nuovi autoritarismi, fanatismi religiosi e interessi finanziari incontrollati.