28 marzo 2024
Aggiornato 15:00
World press photo

Un friulano sul podio del più importante premio fotogiornalistico al mondo

Lui si chiama Francesco Comello: classe ’63, si è diplomato all’istituto d’arte Sello di Udine. Da subito la passione per la grafica pubblicitaria e l’illustrazione, poi l’avvicinamento alla fotografia e quindi i suoi progetti personali

UDINE – Quando scatti, lo fai perché vedi qualcosa. Qualcosa che non necessariamente tutti vedono. Premi quel piccolo tasto perché cerchi di raccontare, a chi vedrà in seguito quell’immagine, un istante. Quel momento in cui, per una frazione, qualcosa ti ha rapito e ti ha tolto il fiato. Che si tratti di gioia, stupore, paura, non importa. Qualcosa c’era. Il bello è che in un mondo impregnato di immagini che rimbalzano, ovunque e in qualunque istante, non finiamo di emozionarci davanti a uno scatto: semplice, istintivo, appassionato. Perché ogni immagine ha una storia, talvolta quella che vuole raccontare, altre volte quella che costruisce la nostra fantasia.

I numeri
Pensate dunque ad avere davanti 80.408 foto, scattate da 5.034 fotografi, provenienti da 125 paesi, e di doverne, poterne, premiare solo 45. Ecco, lo scorso 13 febbraio è spettato alla giuria del World press photo stabilire quale fosse l’Immagine (e la i maiuscola è voluta) che meglio rappresenta il 2016. La più importante competizione fotogiornalistico al mondo quest’anno giunta alla 60ª edizione ha scelto quella di Burhan Ozbilici: Ankara, il 19 dicembre 2016, Mevlüt Mert Altıntaş ha assassinato, pochi istanti prima, l’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, l’uomo stava presenziando a un’inaugurazione in una galleria d’arte. Un’immagine «esplosiva» - così come ha spiegato la giurata e fotografa Mary F. Calvert all’Internazionale – rappresentazione dell’epoca in cui stiamo vivendo.

Tra i vincitori c’è anche un friulano
Lui si chiama Francesco Comello: classe ’63, si è diplomato all’istituto d’arte Sello di Udine. Da subito la passione per la grafica pubblicitaria e l’illustrazione, poi l’avvicinamento alla fotografia e quindi i suoi progetti personali. Non è nuovo ai premi internazionali, nei quali è stato finalista in diversi casi. Nonostante ciò non ci è abituato. Al suo profilo Facebook che gli ‘domanda’ a cosa stia pensando, lui risponde: «Stavo pensando di scappare! Scherzo naturalmente! Ma chi mi conosce bene sa che in fondo questo pensiero potrebbe essere passato per la mia mente. Non mi sento un personaggio da palcoscenico e forse mai mi sentirò a mio agio in questi panni. Ho sempre amato lavorare silenziosamente e comunicare solo attraverso le mie foto e brevi semplici testi che non hanno pretese letterarie». Verrebbe da dire da ‘ buon friulano’. Comello ha ottenuto il terzo posto nella sezione ‘Vita quotidiana’, con un reportage intitolato ‘Isola della Salvezza’. Scatti attraverso cui racconta la vicenda di una comunità fondata da un prete ortodosso negli anni ’90. Un luogo in una regione a nord di Mosca che nel tempo è diventato rifugio per circa 300 giovani disadattati o con problemi familiari. Le immagini vincitrici faranno parte di una mostra itinerante che sarà esposta in 45 Paesi. A Roma l’esposizione si terrà al Palazzo delle esposizioni dal 28 aprile al 28 maggio.