19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Luogo simbolo

Porzus: firmato protocollo tra Regione, Provincia, Apo, Attimis e Faedis

In sette articoli il protocollo definisce l'obiettivo, ovvero la "migliore tutela e valorizzazione del compendio", a suo tempo dichiarato "bene di interesse storico e culturale".

UDINE«Si apre una nuova fase per la valorizzazione delle Malghe di Porzus grazie al protocollo firmato lunedì che,
oltre a dare continuità alle iniziative finora portate avanti, darà maggiore consistenza e puntualità alla presenza istituzionale in quel luogo, dove non solo conservare la memoria ma anche sviluppare un progetto sociale per la nostra regione»
. Lo ha sottolineato l'assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, a margine della sottoscrizione in Regione a Udine del protocollo con l'Apo-Associazione partigiani Osoppo Friuli, la Provincia di Udine e i Comuni di Faedis e di Attimis. «In questi luoghi è passata la grande storia del confine orientale d'Italia, ed è particolarmente significativo che la firma del protocollo avvenga a pochi giorni dalla cerimonia per il 72.esimo anniversario dell'eccidio, che ha visto per la prima volta la presenza della Anpi-Associazione nazionale partigiani d'Italia, e che ha fatto terminare la lunga serie di incomprensioni sui tragici errori che sono stati compiuti», ha commentato Torrenti.

L'obiettivo è valorizzare le malghe come bene di interesse storico e culturale 
Presenti alla firma il presidente della Provincia Pietro Fontanini, il vicepresidente dell'Apo Roberto Volpetti, il sindaco di Attimis, Sandro Rocco, e quello di Faedis, Claudio Zani.
In sette articoli, preceduti da una dettagliata ricostruzione di quanto ha riguardato fin dall'immediato dopoguerra uno dei luoghi più significativi per la memoria delle dolorose vicende che hanno coinvolto il Confine orientale nel corso degli anni 1943-45, il protocollo definisce l'obiettivo, ovvero la 'migliore tutela e valorizzazione del compendio', a suo tempo dichiarato 'bene di interesse storico e culturale'.
Considerato in particolare che la sua proprietà, a seguito del riordino delle funzioni delle Province e del passaggio di competenze, è stata trasferita alla Regione, attraverso il protocollo si punta a sviluppare 'attività per promuovere la conoscenza del sito e assicurarne le migliori condizioni di conservazione, utilizzazione e fruizione pubblica, anche da parte delle persone diversamente abili', per favorire la crescita della cultura e della conoscenza storica.
In osservanza del principio della successione tra Enti e nella qualità di attuale proprietario, la Regione fa proprio l'impegno, a suo tempo assunto dalla Provincia di Udine, a mantenere la destinazione d'uso del compendio e a curarne la conservazione, la tutela e la valorizzazione. L'impegno è direttamente correlato alla donazione a suo tempo disposta dall'Apo in favore della stessa Provincia.  Contestualmente la Provincia di Udine si impegna (sino alla prevista durata dello stesso ente) a favorire in ogni modo l'effettivo passaggio della gestione.

La soddisfazione di Fontanini e Zani
Dal canto loro i Comuni di Faedis e di Attimis, per quanto di competenza, collaboreranno con la Regione e con l'Apo nell'azione di tutela, anche curando il mantenimento funzionale della viabilità comunale di accesso al compendio.
L'Apo proseguirà, 'con lo stesso impegno che ha caratterizzato tutti questi anni', ha sottolineato Volpetti, nell'attività di valorizzazione storico-culturale del compendio.
La Regione con la firma del protocollo consente sin d'ora all'Apo di procedere all'installazione della stele commemorativa dei fatti e del contesto storico in cui ebbe luogo l'eccidio, «realizzata con fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Provincia di Udine», ha ricordato il presidente Fontanini.
«Un ottimo accordo», è stato definito dai sindaci, soddisfatti per il "coinvolgimento delle comunità locali per dare maggior
spessore alla valorizzazione del sito, «proseguendo - ha sottolineato il sindaco di Faedis Zani - un lavoro di educazione alla pace a cui ci stiamo dedicando da tempo nelle scuole, perché ricordare quei fatti deve essere il modo per costruire un futuro senza conflitti».