19 aprile 2024
Aggiornato 03:00
La storia

Jurij Cozianin, fagagnese con il pallino per la Russia

Suo nonno era bielorusso di Minsk. Dopo alterne vicende arrivò in Friuli, ma fu fatto sparire dopo la guerra. Nel 1996 Jurij ha deciso di imparare la lingua dell'ex Urss e grazie alla tv ci è riuscito. Ha fatto amicizia con lo staff del Terek Grozny ospite del Resort del golf club

FAGAGNA - Mercoledì la squadra cecena del Terek Grozny, quarta forza del campionato di calcio russo, ospite nel Resort del golf club di Fagagna, farà le valige per rientrare in patria dopo il periodo trascorso in Friuli per la preparazione invernale. Il team, che giovedì scorso ha giocato contro l’Udinese alla Dacia Arena, si è sempre allenato nel campo di calcio dell’Us Pro Fagagna, messo a disposizione dal presidente Luca Merlino. Giocatori e staff (una cinquantina di persone) hanno avuto la fortuna di beneficiare di un interprete locale, che ha fatto da pontiere tra le richieste della società cecena e la disponibilità del club fagagnese.

Una storia famigliare degna di un film
Già, una presenza tanto preziosa quanto non prevista quella di Jurij Cozianin, fagagnese, laureato in Scienze politiche, raffinato studioso di storia che, tra le altre cose, è anche componente della redazione e articolista in temi storici della rivista La Panarie. Ma che, soprattutto, è da sempre un convinto sostenitore, anzi, tifoso dello Spartak Mosca. Per capire questa passione c’è un aspetto che non va assolutamente trascurato ed è il come abbia imparato la lingua russa e perché sia così attratto dalla storia, dalla cultura e dalla lingua di quel Paese. Cozianin è una persona schiva e non ama raccontare il perché di questa sua passione.
Così, si limita a dire che il nonno, bielorusso di Minsk e di origine nobile, era un alto ufficiale dell’esercito sovietico, insignito – tra l’altro – della stella d’oro dell’Unione Sovietica. La sua famiglia fu massacrata dai nazisti nel 1941. Dopo incredibili vicissitudini degne di un romanzo, arriva in Friuli e si arruola nella Osoppo. E’ in quel periodo che incontra la sua futura moglie con la quale si sposerà adottando un cognome non suo. Ma lo stratagemma non basterà a metterlo al riparo dalla repressione scatenata dall’Unione sovietica a caccia di presunti nemici. Il nonno di Jurij scomparirà – o meglio, lo faranno scomparire - nel primo dopoguerra, inghiottito dall’oblio come tante altre vittime della mattanza del 1940-1945.

Il russo imparato dalla tv
Juriy ha deciso di imparare il russo nel 1996, anno in cui dota la sua abitazione di un satellitare. Niente libri e insegnanti, nessun testo di grammatica e tantomeno esercizi, ma soltanto telegiornali e trasmissioni di attualità 'bevute' giorno dopo giorno. «Credo – dice con la modestia che lo contraddistingue – di avere appreso l’essenziale del linguaggio giornalistico». In realtà il russo lo mastica, eccome. Al punto di essere diventato il vero pontiere tra la squadra cecena e la realtà fagagnese. «L’intero gruppo del Terek Grozny – rivela – è rimasto affascinato dal Friuli, dall’accoglienza, dal cibo, dall’ospitalità, dal verde e ovviamente dallo stadio dell’Udinese». In questi giorni Cozianin è diventato amico dell’allenatore russo, Rasid Rahimov, tagiko di nascita che come giocatore – informa ancora Jurij Cozianin – ha militato sia nel Lokomotiv che nello Spartak Mosca prima di giocare in squadre austriache. Ma ha familiarizzato un po’ con tutti. «Per me – svela – è stata un’altra occasione per un bagno in una cultura e in una realtà che sento mie, che sento impresse nel mio dna».