19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Si attendono gli sviluppi nazionali

La politica Fvg sonnecchia tra ipotesi 'election day' e falsi premier

L’unica fiammata che pareva poter offrire un’accelerazione è stata la voce, poi smentita, di un'investitura di Luca Zaia alla guida della coalizione di centrodestra. Ipotesi che poteva sparigliare le carte anche in Fvg. L'attesa di Riccardi Fedriga e Bini da parte, di Serracchiani e Bolzonello dall'altra

UDINE - La politica regionale, complici anche il travaglio del Pd, è in stand-by: il centrosinistra resta in analisi e attende di capire quale sarà la data delle elezioni politiche che, a cascata, potrebbero accelerare anche quelle per il rinnovo del Consiglio regionale; il centrodestra 'dormicchia' in attesa che Berlusconi decida quale sarà il tipo di partnership con i due Matteo. L’unica fiammata che pareva poter offrire un’accelerazione è stata così, in questi ultimi giorni, la notizia, prontamente smentita, di una possibile investitura a premier di Zaia da parte dello stesso Berlusconi.

Un’ipotesi che avrebbe sicuramente sparigliato le carte anche nel centrodestra del Fvg. Il capogruppo i Regione di Forza Italia, Riccardo Riccardi nel ricordare che l’ipotesi era priva di fondamento, si era comunque premurato di affermare che quella di Zaia sarebbe stata una buona candidatura. Di più, si era spinto a dire che «Zaia rappresenta la Lega che amo di più. Ma i problemi per il Fvg sono altri e strettamente legati ormai all’ipotesi di election day per settembre». Da parte sua, il segretario regionale del Carroccio, Massimiliano Fedriga, prima aveva ironizzato dicendo che «se abbiamo più persone candidate-premier significa che siamo un grande partito», poi aveva precisato che non esiste alcuna frattura tra il fronte Zaia-Maroni e quello di Salvini.
«Fosse stata vera l’ipotesi-Zaia – aveva invece dichiarato Alessandro Colautti dell’Ncd – avrebbe aperto scenari interessanti anche in Fvg e avrebbe anche riaperto un minimo di dibattito interno dentro la Lega Nord». Così, da una possibile fiammata si è passati a un fuoco fatuo che lascia immutata la situazione in vista delle regionali. Fedriga e Riccardi rimangono almeno per ora gli unici due candidati del centrodestra. Il primo ribadisce di essere disponibile a correre, ma alle sue condizioni. Quali? «La squadra – puntualizza - dovrà essere scelta in base alle competenze e non al manuale Cencelli». Desiderio che potrebbe fare a pugni se riemergesse il proporzionale e dunque i partiti tornassero in cattedra nelle decisioni organigrammatiche.

E chi, per adesso, resta fuori dai partiti, come Sergio Bini che continua a cavalcare il suo 'Progetto Fvg', standosene un po’ alla finestra, rinnovando parole di grande stima nei confronti di Fedriga, ricordando che il candidato sarà scelto dai partiti, ma cullando, legittimamente, il sogno di essere della partita soprattutto, appunto, se questi ultimi dovessero irrigidirsi su propri candidati. E intanto, in attesa che il Pd porti a compimento l‘ennesimo strappo della sinistra e che Renzi decida, una volta rieletto, di puntare dritto alle elezioni anticipate, nel centrosinistra al momento c’è soltanto la candidatura del vice di Serracchiani, Sergio Bolzonello, la cui auto-investitura non era piaciuta a buona parte del partito, ma che allo stato attuale rimane sicuramente tra le più spendibili. E Serracchiani? Sta attendendo di conoscere l’eventuale data dell’election day, sperando avvenga in settembre così da poter candidarsi a Roma senza doversi dimettere subito da governatrice. (d.pe)