24 aprile 2024
Aggiornato 14:00
L'attacco alla Net

Nuovo impianto di compostaggio in via Gonars: i dubbi del M5S

Tra soldi pubblici, confronti con opere simili realizzate in Puglia, e criticità occupazionali, i pentastellati hanno sollevato diverse questioni controverse

UDINE - «Progetti molto simili (se non identici), quelli del nuovo impianto di compostaggio previsto in via Gonars, e degli impianti di Barletta, Andria e Trani. Nel primo caso Net di Udine ha ritenuto di versare 8 milioni di euro di contributo pubblico per il project financing, in Puglia invece le due società toscane che hanno proposto i project financing (la Bioener spa di La Spezia e la Green Project srl di Firenze) sono riuscite a sostenere l'investimento senza ipotizzare soldi pubblici. Perchè in Friuli non è stato possibile?». Queste le domande alla base della conferenza stampa indetta dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Cristian Sergo ed Elena Bianchi e dal consigliere comunale del M5S di Udine Fleris Parente (nella foto).
Il MoVimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia si è già occupato per ben due volte in passato della realizzazione del nuovo impianto di via Gonars. La prima nell’aprile 2016 dopo l’avviso pubblico della procedura per il nuovo impianto, la seconda per la vicenda più recente riguardante i dipendenti della Daneco che lavoravano nell’impianto di Udine che è stato chiuso per lasciare spazio a questa nuova costruzione. «Sono nove infatti i dipendenti Daneco che sono stati licenziati, mentre gli altri cinque che operavano a Udine sono stati trasferiti nel dicembre scorso a San Giorgio di Nogaro e sono due mesi che non percepiscono lo stipendio - ricorda Sergo -. E tutto questo nonostante le nostre interrogazioni e i nostri solleciti alle istituzioni competenti».

I dubbi del M5S sui costi dell'operazione
Su questo caso il gruppo del M5S in Consiglio regionale ha già presentato una interrogazione all’assessore Panariti finalizzata a conoscere il destino di queste persone. I consiglieri pentastellati hanno depositato anche una interpellanza al sindaco del Comune di Udine Furio Honsell. «Lo scorso 1 febbraio il sindaco ha risposto in Aula che la gara è stata aggiudicata e che quindi di lì a poco si sarebbe conosciuto il nome del vincitore. Sono trascorsi quasi 40 giorni - ricorda Sergo - e ancora sul sito della Net non è comparso il nome di chi si è aggiudicato la gara».
Tutta questa storia è ricca infatti di aspetti a dir poco singolari. A partire dai costi dell’operazione. «Il nuovo impianto che verrà realizzato con il sistema della finanza di progetto (project financing), come già riportato dalla stampa locale, richiederà un finanziamento complessivo di oltre 29 milioni di euro - spiega il consigliere regionale del M5S - con una partecipazione della Net spa di 8 milioni di euro di soldi pubblici».  La notizia già di per sé pare in contraddizione con le dichiarazioni pubbliche della Net datate 13 aprile 2016: «Il nuovo impianto di via Gonars non comporterà alcun costo aggiuntivo ai cittadini e ai Comuni soci... Il nuovo impianto della Net in cui sarà trattato il materiale raccolto dalla raccolta differenziata dell’organico (il cosiddetto 'umido') non peserà sui cittadini, che anzi troveranno la bolletta sullo smaltimento dei rifiuti più leggera... non costerà nulla ai Comuni soci e non conta su fondi pubblici, visto che l’investimento - già programmato nel piano industriale Net spa dal 2011 - è interamente a carico della società udinese e della concessionaria che vincerà la gara per la gestione nel sito di via Gonars a Udine». E conclude il presidente della Net Renzo Moro dicendo «Ricordiamo che la Net, i cui proprietari sono circa 90 Comuni del Fvg».

Forse si poteva agire diversamente? 
I pentastellati ricordano come gli ingenti ricavi previsti dal project financing (4 milioni circa l'anno previsti) sono dovuti anche alla vendita dei Certificati di Immissione in Consumo (CIC) che vengono assegnati ogni 10 Gcal di biometano immesso in consumo, dunque 1 ogni 1.166 nmc di biometano immesso in consumo per autotrazione. Il Decreto Ministeriale 5 dicembre 2013 prevede all’art 4 comma 1 che i CIC siano assegnati per la durata di 20 anni. Il project financing presentato a Udine ha una durata di 23 anni (3 di realizzazione e 20 di gestione come la durata di assegnazione dei CIC) a differenza di quello pugliese che avrà una durata di 27 anni (2 di realizzazione e 25 di gestione). «Infine - precisano i grillini - la somma degli utili netti per gli aggiudicatari della gara è molto simile, proprio grazie all’elargizione degli 8 milioni di euro pubblici (nonostante la differenza degli anni di gestione): utili previsti per la società aggiudicatrice a Udine 80.565.000 euro a fronte di un investimento di 21 milioni; utili previsti per la società aggiudicatrice a Barletta 78.281.000 euro a fronte di un investimento di 27 milioni». «Perché la Net ha preferito elargire 8 milioni di euro invece di allungare la gestione dell’impianto a 25 anni? - si chiede ancora Sergo -. Una cosa è certa: la nostra idea di 'impianto che non peserà nemmeno un euro sui cittadini' è completamente diversa da quella che hanno in mente i vertici della Net».