19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
La presa di posizione del sindacato

Poste, riorganizzazione flop: la Cgil 'blocca' gli straordinari

Dal 26 aprile in Fvg un mese di sciopero del lavoro extra orario e delle prestazioni aggiuntive. La protesta contro «l’ennesima scelta unilaterale attuata dall’azienda»

FVG - Un mese di sciopero degli straordinari e delle prestazioni aggiuntive. Questa la risposta della Slc-Cgil alla riorganizzazione del servizio di riconsegna di raccomandate e pacchi 'inesitati' decisa da Poste Italiane, che in Fvg è partita il 10 aprile. Ad annunciarlo la coordinatrice regionale Slc-Cgil Mirella Iacone, che punta il dito contro «l’ennesima scelta unilaterale attuata dall’azienda, causa di ulteriori, pesanti contraccolpi sulle condizioni di lavoro del personale e sulla qualità del servizio all’utenza, già messi a dura prova dalle carenze degli organici negli uffici postali e dalla consegna a giorni alterni».

«Questa prassi di portare avanti progetti senza verificarne la sostenibilità con i sindacati – aggiunge Iacone – finisce per scaricare tutti i problemi sui lavoratori: quanto è già avvenuto con il recapito a giorni alterni si sta ripetendo con il progetto 'inesitate', avviato senza dare risposte inerenti alle sue ricadute occupazionali, alla logistica e alla gestione degli spazi, e ponendo le condizioni per un nuovo peggioramento del servizio agli utenti, visto che le raccomandate sono disponibili con 24 ore di ritardo nelle aree dove il recapito è quotidiano e addirittura di 48 ore dove si opera con il recapito a giorni alterni. In tutti gli uffici postali monoturno, inoltre, non sarà possibile la consegna pomeridiana delle raccomandate, che era invece attuata nelle città da parte degli sportelli dedicati, soppressi dalla riorganizzazione».

Da qui la mobilitazione indetta dalla Cgil, separatamente rispetto alle iniziative di mobilitazione delle altre organizzazioni sindacali, «che hanno mosso all’azienda obiezioni e richieste analoghe a quelle della Cgil». Cgil che chiede di rivedere scelte organizzative giudicate «fallimentari» e interventi capaci di «colmare i vuoti di organico negli uffici postali e di affrontare i crescenti problemi dei portalettere, oggi impossibilitati a concludere il loro lavoro entro il normale orario quotidiano, come invece avrebbero diritto di fare».