26 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Il caso

Una famiglia di bambini non vaccinati presenta un esposto in Procura

Si chiede di fare chiarezza sulla vicenda, anche attraverso il coinvolgimento di un medico legale di parte. Ci profilano azioni di risarcimento danno da parte dei genitori dei 7 mila bambini richiamati a vaccinarsi

UDINE – Il caso dei vaccini ‘simulati’ che vedrebbe coinvolta l’infermiera Emanuela Petrillo, rischia di avere risvolti giudiziari. Oltre all’apertura di un fascicolo da parte della Procura di Udine, infatti, le famiglie dei bambini vaccinati ‘per finta’ cominciano a muoversi in maniera autonoma per ottenere un risarcimento danni. E’ il caso di una mamma e di un papà residenti a Castions di Strada che hanno dato mandato agli avvocati Santo e Francesca Tutino di salvaguardare gli interessi dei loro due figli, rispettivamente di 3 e 10 anni.

«La mamma dei bambini – ricordano gli avvocati – si ricorda perfettamente di aver incontrato in più occasioni l’Infermiera Petrillo, riconoscendo nel libretto delle vaccinazioni dei propri figli la sottoscrizione autografa dell’infermiera stessa. La famiglia ha intenzione di depositare, già nelle prossime ore, un formale esposto alla Procura della Repubblica di Udine - aggiungono i legali – affinché venga fatta chiarezza sulla posizione dei bimbi. Sarà altresì interessato un medico legale di parte, al fine di comprendere e certificare l’effettiva condizione dei bambini, così come saranno formulati diversi quesiti sui profili e risvolti medici, nonché psicologici, in considerazione del fatto che i bambini dovranno obbligatoriamente ri-sottoporsi alla vaccinazione e quindi ad una nuova ulteriore iniezione, mai gradita dai bambini in tenera età. Particolare attenzione – affermano ancora i legali – va fatta proprio sulla questione relativa all’età dei bambini, dove sussistono pareri medici diversi circa il fatto che certe vaccinazioni possano e debbano essere effettuate ad una specifica età, e non a distanza di 1-2 anni dall’effettiva previsione del protocollo sanitario».

«In auto-tutela, da oggi – sottolineano Santo e Francesca Tutino - si procederà con formali richieste di apertura polizze assicurative nei confronti dell’Aas al fine di un eventuale risarcimento danni». La famiglia ha conferito incarico al consulente del lavoro Simone Tutino, affinché effettui formale accesso agli atti presso l’Azienda per l’Assistenza Sanitaria per verificare se sia stato dato corso a procedura disciplinare all’infermiera lavoratrice subordinata e se vi sia stata una sospensione cautelare dal lavoro.