29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
L'analisi della prima stagione in serie A2

Gsa: le pagelle del Diario di Udine al termine del campionato

La formazione del confermato coach Lardo ha alternato prestazioni convincenti ad altre in cui ha concesso vittorie piuttosto facili anche ad avversarie non irresistibili. Ecco i voti giocatore per giocatore

UDINE - Giunta nona con 32 punti in classifica, la Gsa Apu ha concluso sabato scorso il suo primo campionato di serie A2 battendo la Fortitudo Bologna, una delle nobili del basket italiano, per 82 a 68. E’ stata l’ultima di sei emozionanti vittorie consecutive che, per un soffio, non hanno permesso ai bianconeri di qualificarsi per i play-off.
Nel resto della stagione la formazione del confermato coach Lardo ha, però, alternato prestazioni convincenti ad altre in cui ha concesso vittorie piuttosto facili anche ad avversarie non irresistibili. I motivi principali di questa altalenanza di risultati sono noti e vanno da un assetto di squadra più volte modificato nel corso della stagione agli innumerevoli infortuni che hanno toccato, chi in maniera forte e chi in modo più lieve, quasi tutti i giocatori del Presidente Pedone.
Tenuto conto di tutto ciò, è possibile scendere nel dettaglio e provare a dare un voto, corredato dalle statistiche personali, a ciascuno dei singoli bianconeri scesi in campo. Come, però, anche sostenuto dallo stesso coach Lardo, visto il campionato fatto, culminato con un imponente finale di stagione, tutti i ragazzi della Gsa impiegati nel rush finale  sarebbero da premiare con una riconferma.

CASTELLI 6,5 (in 14 partite, 24 minuti, 8,8 punti e 4,7 rimbalzi di media)  – Non è stato un campionato facile per il piemontese, uno dei protagonisti del ritorno di Udine in serie A. Solamente a tratti ha fatto vedere le sue indubbie capacità tecniche che lo rendevano, probabilmente, l’italiano con più punti nelle mani tra gli uomini di Lardo. Dopo un infortunio che l’ha tenuto lontano dai campi di gioco per due mesi, a metà febbraio è stato ceduto a Forlì con cui lotterà fino all’ultimo per non retrocedere.

CUCCAROLO 5,5 (in 19 partite, 19 minuti,  4,6 punti e 5,1 rimbalzi di media) – All’uomo più alto d’Italia poco si può rimproverare in fatto di impegno ed attaccamento alla maglia. Non è stato, infatti, facile fagli accettare il trasferimento a Torino, seppure in serie A, ad inizio febbraio per dare spazio all’arrivo di Fall. Rimangono, però, impressi anche alcuni limiti tecnici che, a dispetto del fisico imponente, non hanno permesso a Cuccarolo di dare quel quid in più che in Friuli in tanti si aspettavano.

DIOP 6,5 (in 20 partite, 12 minuti, 2,8 punti e 2,6 rimbalzi di media) – A soli 17 anni Diop è diventato un giocatore importante in questa Gsa, un po’ per bravura sua, un po’ per necessità. Una serie di infortuni nel reparto lunghi (come quelli dei lunghi Zacchetti, Castelli e Vanuzzo) hanno imposto a coach Lardo di dare più responsabilità del previsto al senegalese che non ha tradito le attese. Solido sotto canestro e con ottime capacità atletiche, deve guadagnare in personalità e ancora limare alcune ingenuità che gli fanno commettere talvolta troppi falli, ma il futuro è tutto dalla sua parte.

FALL 7 (in 10 partite, 26 minuti, 8,2 punti e 7 rimbalzi di media) – Arrivato ad inizio febbraio in cambio di Cuccarolo, gli ci è voluto un po’, come da lui stesso ammesso, per capire come inserirsi nella sua nuova squadra, ma il finale l’ha visto protagonista con la prestazione-capolavoro di Treviso dove è stato il migliore in campo. Grande atletismo e velocità di corsa han fatto di lui una delle armi tattiche a disposizione di Lardo e, inoltre, il giocatore si sta costruendo un buon tiro dalla distanza che potrà tornargli sicuramente utile.

FERRARI 7 (in 28 partite, 22 minuti, 5,2 punti e 4 rimbalzi di media) – Le statistiche non dicono tutto di questo ragazzo che in campo dà sempre il massimo dando un apporto che va al di là di quello che compare sullo scout. Ottimo difensore e grande lottatore, sotto canestro si fa rispettare  da tutti (vero Mancinelli?), peccato solo per quella meccanica di tiro che lo penalizza.

MASTRANGELO 6,5 (in 9 partite, 13 minuti, 4 punti, 0,9 palle recuperate di media) – Giunto sul finire di stagione per dare una mano al reparto dei piccoli falcidiato dagli infortuni a Truccolo, Pinton e Ray, si è distinto per una grande applicazione difensiva e per la capacità nel tiro da tre punti che gli ha consentito di diventare l’eroe del derby mettendo a segno ben 5 bombe.

NOBILE 6,5 (in 28 partite, 15 minuti, 2,9 punti e 1,5 assist di media) – Secondo capitan Vanuzzo è il bianconero che è più cresciuto in questi due anni e non è un attestato di poco conto. Ancora poco prolifico in attacco nonostante una buona mano, ha dimostrato maturità nel ruolo di playmaker. Con il tempo arriverà anche la crescita di personalità e di efficacia per completare la sua maturazione.

OKOYE 8 (in 30 partite, 30 minuti, 17,5 punti e 8,2 rimbalzi di media) – E’ l’unico bianconero ad avere giocato tutte le partite di campionato, non fermandosi mai. Giocatore spettacolare, acclamato per i suoi voli a canestro tanto da fargli guadagnare il distintivo di 'air', è cresciuto notevolmente nel finale di stagione, anche se pure in precedenza aveva saputo dare un apporto concreto alla causa bianconera distinguendosi anche nella lotta a rimbalzo.

PINTON 6,5 (in 27 partite, 19 minuti, 6,9 punti e 1,7 assist di media) – La guardia veneta, anche a causa di qualche problema fisico e di un trauma al dito di una mano, non è stato sempre il tiratore implacabile visto nella serie inferiore, ma quando è stato bene ha dato comunque un contributo importante alla causa. Ha il contratto anche per il prossimo anno ed avrà tutto il tempo per rifarsi.

RAY 7 (in 20 partite, 27 minuti, 18,9 e 2,3 assist di media) – Potenzialmente la guardia più forte del  torneo, capace di fare tonnellate di punti sia dalla distanza sia incuneandosi in area. Le sue prestazioni in maglia bianconera sono state, però, talvolta intermittenti, come quando, dopo avere segnato a Trieste ben 35 punti, nella partita successiva, contro Mantova, ne mise a segno la miseria di 2 in 21 minuti in campo. Poi sono arrivati i ben noti problemi fisici che hanno spinto verso la sua sostituzione in favore dell’arrivo dei Veideman.

TRAINI 6 (in 26 partite, 20 minuti, 5,7 punti e 2 assist di media) – Partito come playmaker titolare che doveva raccogliere la pesante eredità di Porta, è spesso finito indietro nelle rotazioni anche a causa di numerosi problemi fisici che ne hanno limitato le prestazioni quando non lo hanno tenuto fuori dal gioco. Quando in forma, ha dimostrato di avere quella marcia in più che permette alla squadra di aumentare l’intensità del suo gioco, sia in difesa che in attacco.

TRUCCOLO 6 (in 12 partite, 17 minuti, 5 punti e 1 assist di media) -  Una sufficienza basata sulla fiducia per Truccolo che ha dovuto guardare gran parte del campionato della Gsa dalla tribuna per l’infortunio al crociato subito ad inizio gennaio.

VANUZZO 6,5 (in 20 partite, 13 minuti, 4,1 punti e 3 rimbalzi di media) – A 41 anni ha giocato un altro campionato importante mettendo a disposizione della sua squadra esperienza e leadership. Ha messo la sua zampata in più di qualche partita importante (come a Verona o a Ferrara) dimostrando come la carta d’identità non sia tutto se dietro ci sono delle motivazioni importanti. Il suo addio per ritornare in Sardegna lascia libera, per la prossima stagione, la fascia di capitano.

VEIDEMAN 8 (in 7 partite, 32 minuti, 17 punti e 3,7 assist di media) – Dal suo arrivo, a parte la prima partita, giocata quando era appena sbarcato in Friuli, ha portato Udine sempre alla vittoria. «E’ un signor giocatore», ha riconosciuto coach Lardo ed i fatti lo dimostrano. Ha dato alla Gsa la leadership mancante e la capacità di gestire i palloni più difficili. Memorabile il suo canestro da metà campo che è valsa la vittoria con Mantova, ma anche come ha saputo comandare con sagacia la squadra durante il derby di ritorno. La sua conferma è di grande importanza.

ZACCHETTI 5,5 (in 16 partite, 14 minuti, 4,1 punti e 2,8 rimbalzi di media) – Non è stato un anno da ricordare per Joel che è stato fuori, a causa di ripetuti infortuni, per quasi metà campionato. La sua indiscussa classe e tecnica è, perciò, venuta raramente fuori durante la stagione, mentre la rabbia agonistica si è tramutata  talvolta in partita in alcuni falli tecnici che sono stati stigmatizzati dalla stessa società. Un peccato per un giocatore che rappresenta il trait d’union tra la vecchia Snaidero e la nuova Gsa.

GATTO (in 14 partite, 4,9 minuti e 0,9 punti di media) e CHITI (10 partite, 1,7 minuti e 0,5 punti di media) S.V. – Quando coach Lardo li ha fatti andare in campo si sono sempre ben comportati, a dispetto della giovane età. Fondamentali durante gli allenamenti, in cui hanno assicurato la necessaria competitività ed agonismo anche quando diversi giocatori erano infortunati, sapranno ritagliarsi in futuro spazi sempre più importanti.