18 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Solidarieà

L'appello di Capuozzo è stato accolto dal Ministro: Kemal potrà essere operato in Italia

Quella di questo ragazzo è una storia toccante che lo stesso giornalista ha voluto raccontare sulla sua pagina ufficiale: senza le cure nel nostro Paese non avrebbe avuto alcuna speranza di salvezza

FVG – #hope4kemal. Un hashtag che racconta una storia di coraggio e di dolore, di forza e di speranza. Una storia privata che è diventata pubblica suo malgrado. Perché il tempo è poco e l’urgenza tanta. Ecco allora che la richiesta d’aiuto, direttamente al Ministro della Salute, è stata lanciata anche attraverso il mezzo più veloce, oggi, Facebook. Poche parole, semplici ma schiette. Fatti, e dati, nulla di più. «Gentile Ministro Beatrice Lorenzin, Kemal ha 25 anni, vive in Bosnia e da due anni combatte contro un tumore. Ha bisogno di essere operato con urgenza perché un linfonodo minaccia il rene. Alla vigilia del ricovero a Sarajevo gli è stato detto che non è possibile operarlo lì. In Italia, invece, sarebbe possibile sottoporlo a un’operazione, certo difficile e complessa, ma che potrebbe salvargli la vita». A lanciarlo, questo appello, è Toni Capuozzo che spiega: «Avrei voluto tenere questa storia nei confini del privato, per me e per Kemal, Ma ho parlato con ospedali italiani e non è possibile operarlo se il suo paese non assume l’impegnativa per le spese, in convenzione (e si tratta di spese fuori dalla portata di un singolo, altrimenti ci avrei pensato da me). Kemal è andato negli uffici preposti: no, questa operazione non la possono pagare. La sanità, qui, è alla frutta, negli ospedali mancano persino i guanti usa e getta. Torneremo alla carica, voglio premere e denunciare, ma tutti i miei amici qui sono pessimisti».

La risposta del Ministro
Il Ministro, in queste ore, con un mezzo altrettanto veloce, Twitter, ha risposto: «Raccolgo l'appello, ho chiesto agli uffici di mobilitarsi per aiutare Kemal, un abbraccio a lui e a chi lo sostiene #hope4kemal». E infatti, sulla pagina ufficiale del giornalista (alle 7 del mattino dell’11 maggio) appare una foto e sopra si legge: «Oggi Kemal viaggia verso l'Italia. (Sulla t-shirt: "Fottiti tumore, sono io la bestia" o, più educatamente; "Tumore sei tu a dover avere paura di me")».

La storia di questo giovane 25enne
Quella di questo ragazzo è una storia toccante che lo stesso Capuozzo ha voluto raccontare sulla sua pagina ufficiale: «Kémal aveva sette mesi quando è rimasto vittima con la madre dei bombardamenti. La madre è morta e Kémal ha perso una gamba». Capuozzo, inviato a Sarajevo all’epoca, lo ha portato in Italia, dove gli è stata messa una protesi e dove è rimasto con lui e la sua famiglia fino ai 5 anni. «Grazie all’aiuto e le cure che ha ricevuto in Italia Kemal – si legge ancora su Facebook - ha potuto avere una vita normale, studiare e crescere. Ora il destino gli impone una nuova prova». Perché «la vita sa essere crudele, a volte. Mi sono chiesto spesso, - confida Capuozzo - in quei pensieri avvitati su sé stessi, se la vita sia stata crudele con Kemal, o invece sia stata generosa, dandogli sempre una seconda opportunità. E naturalmente quei pensieri implicano anche il destino, la fede, la vanità delle battaglie». Una battaglia nuova che Kemal ora può affrontare, ancora una volta, con coraggio e tenacia. Sarà operato al Cro di Aviano, dove la cartella clinica del giovane era già arrivata tempo fa per un consulto medico.