29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
L'evento di Treviso

Va in archivio con un successo l'Adunata del Piave

Tutti contenti per la festa e per l’organizzazione, nonostante le dimensioni ‘ristrette’ della città, che in alcuni caso hanno reso difficili gli spostamenti (specialmente nella giornata di sabato, quando l’afflusso è stato davvero intenso). Il ministro Pinotti fa cenno a un progetto di 'leva civile'

TREVISO – Centomila penne nere alla sfilata, oltre 500 mila persone nell’arco del fine settimana. L’Adunata del Piave, la numero 90 nella storia alpina, va in archivio come un successo. Tanti anche i friulani che hanno raggiunto la località veneta: in auto, in pullman, in treno: qualcuno anche a piedi. Tutti contenti per la festa e per l’organizzazione, nonostante le dimensioni ‘ristrette’ della città, che in alcuni caso hanno reso difficili gli spostamenti (specialmente nella giornata di sabato, quando l’afflusso è stato davvero intenso). Tutto è filato liscio, nella norma per un’Adunata di alpini (qualche incidente c’è stato, qualcuno che ha alzato troppo il gomito pure, ma sempre nello spirito della festa).

Un appuntamento gioioso e colorato, con vecj e bocia fianco a fianco per manifestare l’orgoglio alpino. E la gente ha risposto ‘presente’, con applausi dall’inizio alla fine della sfilata, durata oltre 10 ore. Accanto alla gente ‘comune’, c’erano anche le autorità. In tribuna si è visto il ministro alla Difesa Pinotti, che ha ribadito l’esistenza di un progetto per istituire una sorta di leva civile obbligatoria (non militare). Certamente se ne riparlerà almeno fino alla prossima Adunata, prevista a Trento nel 2018. A rappresentare il Fvg c’erano due assessori regionali (Shaurli e Santoro) e moltissimi amministratori locali, che con orgoglio hanno sfilato in mezzo agli alpini.

Chi a Treviso c’è stato si porta a casa un’atmosfera che è possibile vivere e trovare solo in mezzo agli alpini. Grande l’emozione durante la sfilata iniziata, per il Fvg, attorno alle 17. Ad aprile il ‘corteo’ le sezioni carniche, poi Trieste, Gorizia, Udine e ancora Gemona, Cividale e Pordenone. «Che Italia sarebbe senza gli alpini?», diceva uno dei tanti striscioni portati dalle penne nere friulane. Tutti in linea, cercando di mantenere il passo, orgogliosi di poter sfilare e di portare il cappello alpino in testa. Come già detto, grande la partecipazione del pubblico: applausi continui dai bordi della strada e dalle terrazze che si affacciavano sul percorso. Una vera festa di popolo che ha unito persone di ogni età e di generazioni diverse: da quelli che con la penna sul cappello hanno difeso la Patria in guerra, a chi ha fatto la leva a chi, può giovane, è soltanto cresciuto con il mito degli alpini.  
Nessun problema per i trasporti via treno, almeno sulla direttrice Udine-Treviso. Tempi di attesa limitati e treni stracolmi ma puntuali. L’appuntamento è per l’anno prossimo, a Trento.