29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
L'intervista

A Tarvisio si chiude l'era Carlantoni: ora l'obiettivo è la Regione

Sulle imminenti elezioni amministrative ammette: "Lascia sorpresi che ci siano di fatto tre candidati di centrodestra". Sulle regionali aggiunge: "La scelta del candidato sarà politica"

TARVISIO - E’ arrivato al fine corsa. Due mandati come sindaco di Tarvisio, mentre in precedenza è stato assessore e vicepresidente della Provincia di Udine. Quando era di Alleanza nazionale ha ricoperto il ruolo di segretario provinciale, poi il passaggio nel Pdl per approdare, infine, in Forza Italia. Renato Carlantoni traccia un bilancio del suo mandato, ma parla anche della Regione, della sua battaglia contro le Uti e del suo desiderio di poter presentarsi a piazza Oberdan nella veste di consigliere. 

Signor sindaco, può fare un bilancio su questo decennio da sindaco di Tarvisio?
«Sono stati dieci anni difficili. Anzi, dal punto di vista congiunturali, tra i peggiori di sempre».
Le cause?
«Due sostanzialmente. La prima è la crisi economica che si è innescata nel 2008, con le grandi trasformazioni sia economiche sia strutturali cui Tarvisio ha dovuto fare fronte. Ne sanno qualcosa gli operatori economici che hanno subito il traumatico passaggio da comune e territorio eminentemente commerciale a turistico».
Alla fine, però, quel passaggio è stato abbastanza virtuoso. O no?
«Può darsi, ma c’è ancora tanto da fare. Tarvisio era un Comune che privilegiava la parte commerciale tipica di una realtà confinaria. Dopo Schengen ha dovuto inventarsi come polo attrattivo incentrato sul turismo. Servono però ancora molti posti letto».
Quanti ce ne sono attualmente e qual è l’obiettivo?
«Attualmente ce ne sono circa un migliaio. Ma il Piano urbanistico prevede che dovremmo arrivare a tremila».
Torniamo alle cause delle tante difficoltà di questo periodo. La seconda…?
«Sicuramente il fenomeno della rotta balcanica degli immigrati. Un fenomeno che non potevamo prevedere e dunque programmare al meglio. Tuttavia, mi prendo il merito, assieme alla maggioranza dei cittadini, di avere evitato che Tarvisio, dopo Schengen, potesse subire il secondo ko. Che sarebbe stato letale».
La battaglia sulla caserma La Marmora perché non diventasse un grande centro di accoglienza è il paradigma di questa vostra «vittoria». Ma adesso che cosa ne farete di quella grande struttura?
«Sì, è stata una battaglia difficile, durata un paio di anni. Abbiamo faticato, e non poco, a far capire che mille persone là dentro su su 4 mila 500 abitanti sarebbe stata una soluzione assolutamente non perseguibile, anche in virtù della posizione urbanistica della caserma medesima, posta a ridosso delle piste e a pochi passi dal centro».
Le prospettive o i progetti per la caserma?
«Abbiamo appena chiuso la convenzione con il demanio per la sua  riqualificazione  e conclusa la consultazione pubblica, dove tutti devono poter esprimersi, vedremo il da farsi. Il Comune punterebbe su un centro turistico. Nel caso, sarà adottata una variante urbanistica».
Cambiamo argomento. Parliamo di politica e del suo successore...
«La mia eredità e la mia continuità politica sono rappresentate dall’attuale vicesindaco. Credo infatti che Renzo Zanette abbia tutte le carte in regola. Questa volta non correremo da soli, ma assieme alla Lega, perché sulle questioni profughi e La Marmora c’è sempre stato accordo. Lascia sorpresi un po’ che qui ci siano di fatto tre candidati di centrodestra: oltre al nostro Zanette ci sono infatti Franco Baritussio e la lista di Franco Fontana, che nel 2003 era uno dei candidati alla Regione per Forza Italia. Una lista, quest'ultima, 'mascherata' da civica, visto che è formata da numerosi esponenti del Pd locale e provinciale (compresi quelli che non si opposero al fatto che la La Marmora diventasse un centro di accoglienza)».
E Carlantoni cosa farà?
«Beh, intanto dal primo gennaio ho ricominciato a lavorare all’Inps. Di certo non mi ricandido come consigliere comunale perché credo che dopo due mandati, un ex sindaco sarebbe una presenza ingombrante».
Ci sono però altri, possibili sbocchi politici…
«L’ipotesi più plausibile sarebbe che io corressi per la Regione. Sono però da stabilire modi e tempi perché il nostro collegio è penalizzato, giacchè si viene eletti con i resti».
E chi vedrebbe bene come candidato presidente per il centrodestra?
«Fi ha fatto convintamente la sua scelta e questa porta a Riccardo Riccardi. Personalmente penso che nell'ottica di una legislatura di ricostruzione sia l'uomo più adatto per capacità tecnica e conoscenza apparato amministrativo».
Una domanda inevitabile. Lei è stato uno di sindaci in prima linea contro le Uti. Può spiegarne le ragioni in breve?
«Ho fatto assieme ad altri una scelta precisa, che credo sarà in continuità con il prossimo mandato regionale. Nel merito, sono favorevole alla razionalizzazione delle spese e alla messa in rete di alcuni servizi. Ma delegare le funzioni di un Comune a un organismo terzo toglie di fatto i servizi di prossimità. Per questo spero che la legge venga modificata».