26 aprile 2024
Aggiornato 17:30
martedì 6 giugno alle 18.30

Fvg Pride: presentazione del libro "Ho Molti Amici Gay" di Filippo Maria Battaglia

Al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone sarà presentato il libro di Filippo Maria Battaglia, l'evento fa parte della rassegna pordenonese 'Le diversità sono cultura' nell'ambito del Fvg Pride in collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge.it. Modera Lorenzo Marchiori, giornalista del Gazzetino

PORDENONE - Martedì 6 giugno alle 18.30 al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone sarà presentato il libro 'Ho Molti Amici Gay' di Filippo Maria Battaglia; modera l'incontro Lorenzo Marchiori, Caporedattore Cultura del Gazzettino. L'evento fa parte della rassegna pordenonese 'Le diversità sono cultura' nell'ambito del Fvg Pride in collaborazione con la Fondazione Pordenonelegge.it. E' un appuntamento ufficiale inserito nel calendario Fvg Pride 2017.

Dal dopoguerra una crociata continua
Non possono fare gli insegnanti né i capi scout, non devono baciarsi e tenersi per mano in pubblico, vanno curati e, se possibile, redenti. Da sempre la politica italiana dice di non avere 'nulla contro gli omosessuali' eppure da sempre li discrimina. C’è chi invoca 'sobrietà', chi chiede 'discrezione', chi scomoda la Bibbia, chi ricorre a citazioni d’autore. Passano gli anni, cambiano toni e interlocutori ma il risultato – nonostante gli ultimi passi in avanti – resta lo stesso: dal fastidio e la diffidenza fino agli insulti e alle aggressioni verbali. Sin dal dopoguerra la crociata contro i 'malati' e gli 'anormali' recluta quasi tutti: capi di stato e di governo, ministri e parlamentari, segretari e leader di partito. Attecchisce a destra ma spopola pure a sinistra, coinvolgendo figure insospettabili e venerati padri della patria.

Discriminazione e pregiudizio
'Ho molti amici gay' non è solo l'immancabile premessa di rito prima di ogni discorso omofobo, dentro e fuori dall'Aula parlamentare. È la storia, succinta e dettagliata, di quanto la discriminazione e il pregiudizio contro gli omossessuali siano radicati nella politica e nella società. Garantendo all'Italia l'infelice primato del Paese con la classe dirigente più omofoba in Europa.
«Si chiama tolleranza repressiva e si può sintetizzare così: non è vero che tutto ciò che non è reato è permesso. Al contrario, l’assenza di una norma, a volte, non significa libertà ma solo repressione. Lo sanno bene i parlamentari nostrani che, a differenza di quanto accaduto in Francia, Germania, Gran Bretagna, non hanno mai approvato una legislazione punitiva contro gli omosessuali. Ma attenzione: non sanzionare non vuol dire consentire».