29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Il caso

Bancaria usava i soldi dei clienti per pagarsi casa e auto

Concluse le indagini a carico di un'ex dipendente di un noto istituto di credito C.M. e dell’ex marito, M.A, accusati di truffa aggravata continuata, appropriazione indebita e l’utilizzo fraudolento di carte di pagamento intestate a terze persone. Sottratti oltre 2,5 milioni di euro

UDINE - Con la formale notifica dell’avviso di conclusione delle indagini emesso dalla Procura di Udine, nella persona del sostituto procuratore Paola De Franceschi, si sono chiuse le indagini che hanno riguardato l’ex dipendente di un istituto di credito carnico, C.M. e l’ex marito, M.A.. Truffa aggravata e continuata, appropriazione indebita e l’utilizzo fraudolento di carte di pagamento intestate a terze persone: questi sono i capi di imputazione per l’impiegata bancaria mentre l’ex consorte dovrà rispondere del grave reato di riciclaggio.

LE INDAGINI - Le indagini, eseguite in stretta collaborazione e sinergia, dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza ed i militari della stazione Carabinieri di Tolmezzo, hanno consentito di ricostruire una cinquantina di posizioni relative a persone truffate e depauperate dei loro risparmi per una cifra superiore ai 2,5 milioni di euro. Molteplici sono state le condotte criminose poste in essere dall’infedele impiegata bancaria. Sono stati accertati centinaia di prelevamenti allo sportello (anche di somme consistenti nell’ordine di decine di migliaia di euro) avvenuti tramite la presentazione di distinte con firme contraffatte ovvero carpite con l’inganno ai clienti. L’attività investigativa, consistita nell’escussione delle persone interessate, corroborata da oggettivi riscontri documentali e confortata dall’analisi delle celle telefoniche, ha comprovato, con certezza assoluta, l’impossibilità fisica delle persone interessate a eseguire i prelevamenti sulla cui distinta era riprodotta o riportata la loro sottoscrizione. E’ il caso, ad esempio, di un cinquantenne del luogo che all’atto di un prelevamento di denaro contante a suo nome, avvenuto presso lo sportello bancario di Tolmezzo, si trovava a Roma, nell’espletamento della sua attività lavorativa che lo vedeva alla guida di un autobus turistico o della ragazza carnica che, appena qualche minuto dopo un consistente 'prelevamento' di denaro contante avvenuto sempre presso lo sportello della filiale di Tolmezzo utilizzando la sua firma (carpita con l’inganno in altre circostanze), effettuava un prelevamento con la sua carta bancomat in una località della Puglia distante oltre 1.200 Km.

TRUFFA AGGRAVATA CONTINUATA - La ricostruzione – purtroppo parziale - della destinazione del denaro sottratto ai clienti ha permesso di appurare che questo è stato impiegato, oltre che per alimentare un circuito di falsi investimenti, per le più varie spese personali, compresi il pagamento del combustile della propria abitazione che per il pagamento di materiale edile utilizzato in lavori di ristrutturazione. Altre somme sono stati invece utilizzati per il pagamento del dentista a favore dell’ex marito M.A. e per il saldo dell’autovettura a lui intestata, una prestigiosa Audi Q3, già sottoposta a sequestro nel corso delle indagini. Tale evidenza ha portato anche al sequestro preventivo dell’immobile adibito a civile abitazione a lui intestato, essendosi evidenziata una diretta correlazione tra parte dei versamenti di denaro contante e il pagamento delle rate del mutuo per l’acquisito dell’immobile in questione.