20 aprile 2024
Aggiornato 09:30
L'analisi

Immigrazione, il boomerang politico per il Pd di Udine

L’annuncio dell’arrivo di altri cento profughi nel capoluogo friulano dove la presenza degli immigrati è di 800 unità, vale a dire il doppio di quelle 'pattuite' con Roma, ha avuto l’effetto di una scintilla sulla benzina. “Ora basta” e Honsell finisce sul banco degli imputati

UDINE - Dall’accoglienza senza se e senza ma, alla richiesta di un drastico ridimensionamento della presenza degli immigrati così come stabilito dal Viminale. Insomma, il Pd si ritrova a fare i conti con se stesso, con la cittadinanza e con la prefettura. E sono conti che non tornano e che minacciano di trasformarsi in un boomerang politico. Insomma, tra i dem cresce la sensazione di essere finiti in un cul de sac in nome di un solidarismo a tutti i costi.
L’annuncio dell’arrivo di altri cento profughi nel capoluogo friulano dove la presenza degli immigrati è di 800 unità, vale a dire il doppio di quelle 'pattuite' con Roma, ha avuto l’effetto di una scintilla sulla benzina. «Ora basta» è stato il coro pressochè unanime del partito, fatte salve le posizioni più morbide degli assessori Pizza e Giacomello. Sul banco degli imputati è finito lo stesso sindaco Honsell, il prefetto e l’assessore regionale Torrenti accusati di accettare supinamente i diktat romani.

La critica che la maggior parte dei dem muove, al di là delle dichiarazioni ufficiali affidate ai comunicati stampa, è che esiste, sostiene la parte maggioritaria del Pd, la reale minaccia che quella che sembrava una fase emergenziale si sia trasformata a poco a poco in una vicenda ormai strutturale. Tuttavia, il pressing su Honsell non è servito a nulla perché il sindaco non si è detto favorevole a ingaggiare un braccio di ferro con il prefetto e tanto meno con l’assessore Torrenti. Il caso diventa ancora più spinoso per la maggioranza se si tiene conio anche della posizione espressa sulla vicenda dei 100 arrivi dal gruppo Innovare che ha appreso «con disappunto la decisione del prefetto di inviare un altro centinaio di richiedenti asilo dall’Africa subsahariana a Udine».

Per la maggioranza di palazzo d’Aronco che ormai guarda alle elezioni comunali si tratta di un problema difficile da affrontare e che richiederebbe una profonda revisione dell’approccio ideologico con cui troppo spesso è stato affrontato il drammatico problema dell’immigrazione. «Di certo – sostiene un esponente della segreteria cittadina – così non va. Il rischio è che la cittadinanza ci incolpi di avere avallato politiche di accoglienza troppo liberal e che di fatto hanno lacerato alcuni aspetti del tessuto cittadino. Speriamo che il sindaco comprenda che bisogna voltare in parte pagina».