29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Le perplessità della categoria

Preziosi usati: i dubbi degli orafi sulle nuove regole  

La presidente del gruppo Confcommercio Cristina Antonutti critica i contenuti del Dl 92. "Se regole più stringenti potevano essere previste per l’acquisto di preziosi dal cliente, appaiono invece ingiustificate e penalizzanti le nuove disposizioni per la sola trasformazione"

UDINE - Nonostante la categoria degli orafi abbia chiesto una netta distinzione tra operatori compro oro esclusivi e gioiellerie che svolgono solo marginalmente e occasionalmente tale attività, dal 5 luglio la totalità degli operatori che esercitano attività di compravendita e di permuta di oggetti usati (realizzati in tutto o in parte in metalli preziosi) sarà tenuta al rispetto delle nuove norme previste dal Dl 92 del 2017. Le nuove disposizioni prevedono non solo l’identificazione del cliente, la riduzione dell’importo del denaro contante utilizzabile (che scende a 500 euro), le foto degli oggetti ritirati o permutati, ma anche l’apertura di un conto bancario dedicato e soprattutto l’iscrizione con modalità telematica nel Registro nazionale degli operatori compro oro.  «Il registro – fa sapere la presidente degli Orafi di Confcommercio Udine Cristiana Antonutti al termine di una riunione del gruppo – è tuttavia inesistente e dunque mancano indicazioni su come procedere per la presa in carico dei preziosi usati visto che anche il ritiro di  un anello per la trasformazione in collana o la modifica di una chiusura di un bracciale potrebbero comportare l’obbligo di iscrizione nel registro nazionale».

Se è pur vero che l’Oam, Organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi, ha rinviato l’utilizzo del Registro telematico fino all’emanazione del decreto ministeriale previsto dalla normativa, Antonutti evidenzia ancora come per le piccole attività orafe l’utilizzo di un conto corrente bancario o postale dedicato in via esclusiva a queste operazioni comporti un ulteriore maggiore costo. Non solo. «Il decreto va a penalizzare proprio coloro che svolgono tale attività in maniera del tutto occasionale e in proporzioni minime; nella stragrande maggioranza dei casi le gioiellerie forniscono un servizio al cliente permutando oggetti obsoleti con gioielli più attuali o, attraverso interventi di carattere artigianale, di loro trasformazione in nuovi. Se regole più stringenti potevano essere previste per l’acquisto di preziosi dal cliente – aggiunge la presidente degli Orafi – appaiono invece ingiustificate e penalizzanti le nuove disposizioni per la sola trasformazione»

Questi nuovi aggravi burocratici a danno di  aziende che già risentono di altri problemi, come i furti e le rapine, conclude la categoria, rischiano di minare il futuro delle piccole attività orafe, dalle gioiellerie ai laboratori, che nulla hanno a che fare con i soggetti che compravendono  anche  grandi quantità di oro. In attesa del Decreto ministeriale sulla operatività del Registro non mancheranno comunque le iniziative di Federpreziosi e Confcommercio per rendere più agevole l’adesione al sistema per le imprese orafe.