29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Il caso

Minacce di morte al presidente di Federcaccia: scoppia la polemica

«Se per errore investiamo il presidente regionale della Federcaccia, mentre spara a un animale investito, come dobbiamo comportarci?». Un post pubblicato sulla pagina Facebook del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Dal Zovo, postato dalla presidente dell'Animal pride defending association Fvg. Vezzi annuncia querele

UDINE – «Se per errore investiamo il presidente regionale della Federcaccia, mentre spara a un animale investito, come dobbiamo comportarci?». Un post pubblicato sulla pagina Facebook del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, postato da Patrizia Munarin, presidente dell'Animal pride defending association Fvg, che ha scatenato la dura reazione di Paolo Viezzi, presidente di Federcaccia. Vezzi si è sentito minacciato da queste parole e dai commenti che ne sono seguiti e per questo ha deciso di denunciare sia Munarin che Dal Zovo.

Una discussione nata nell’ambito della nuova legge sulla caccia approvata qualche giorno fa in Consiglio regionale. «Non si scopre certo ora che la nostra società sta subendo una deriva pericolosa, nella quale l’educazione, la cultura e la sensibilità lasciano sempre più di frequente il passo al rancore, alla violenza, alla demagogia populista ed alla profonda ignoranza – commenta Vezzi –. Ma devo osservare che nei confronti della caccia, o meglio nei confronti degli uomini che praticano la caccia, sempre meno sono le persone che cercano di costruire degli argini di normalità». Vezzi continua così nel suo sfogo: «Ora se è questo ciò che noi cacciatori dobbiamo affrontare, se è questo odio, questa stupidità e questa irrazionalità (in fondo pericolosa per tutti) il nostro attuale contraddittore sociale, allora abbiamo il dovere di scandalizzarci, abbiamo il dovere civico di difendere la nostra passione e di difendere il nostro modo di viverla poiché è anche uno dei modi possibile che abbiamo per difendere i valori fondanti il vivere democratico, civile e culturale del nostro Paese».

Ecco alcuni dei commenti apparsi su Fb contro Vezzi sotto il post di Munarin: «Assicurarsi che sia schiattato», «Ma no, dai. Lo carichiamo in macchina e lo portiamo al primo macello, per farlo a pezzi e dividerlo con gli amici. Come farebbe un compagno di squadra di caccia con la preda. Occhio però, potrebbe essere indigesto», «Torniamo indietro e avanti con l’auto per sicurezza…magari è ancora vivo», «Io gli sparo. O butto retro e prima per assicurarmi che sia schiattato». E molti altri. Tutti corredati da nome e cognome dell’autore o dell’autrice.
Munarin si difende, sempre attraverso Facebook: «Caso Federcaccia: i nostri avvocati dicono che le accuse sono infondate. Diffamazione sull’operato di M5 e Apda Onlus», e ancora: «Accusati ingiustamente dalla stampa da Federcaccia per una domanda lecita! Siamo vittime di censura».