28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
L'intervento

Riccardi (Fi): "Serracchiani si ricandidi e lasci ai cittadini il giudizio sulle sue scelte"

Per il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale "il Pd in Fvg, più che il partito del fare, è stato il partito del disfare. E Debora Serracchiani assomiglia sempre di più a un’incompresa 'Alice nel paese delle meraviglie', convinta si essere un’abile statista e tuttavia puntualmente bocciata dai cittadini alle elezioni"

FVG - «Più che il partito del fare, il Pd in Fvg è stato il partito del disfare. E Debora Serracchiani assomiglia sempre di più a un’incompresa 'Alice nel paese delle meraviglie', convinta si essere un’abile statista e tuttavia puntualmente bocciata dai cittadini alle elezioni. Credo ci sia solo un modo per conoscere la verità: si ricandidi qui e non a Roma, così capiremo se ha ragione lei o noi che da anni avversiamo le tue scelte». Lo dichiara il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Riccardo Riccardi. «Nel merito - prosegue Riccardi - la presidente ci rivela che le riforme andavano fatte. Spiace deluderla ma lo sapevamo perfettamente. Solo che le riforme vanno fatte bene. Non basta cambiare, occorre chiedersi se i cittadini stanno meglio o peggio di prima. E solo loro possono promuovere o bocciare le scelte fatte. La presidente Serracchiani - aggiunge - ha fallito su tutta la linea, come dimostra l’ultima bocciatura in ordine di tempo arrivata in questi giorni dal Quotidiano Sanità sulle performance dei sistemi sanitari regionali e che vede la sanità del Fvg, da sempre nostro orgoglio e modello di efficienza, al penultimo posto dietro a Calabria, Abruzzo e Puglia».

«Ha imposto - precisa il consigliere - una riforma degli enti locali disastrosa evitando il confronto con le opposizioni in Consiglio Regionale, punendo i comuni ribelli e portando i sindaci in tribunale, ha difeso a spada tratta la linea dell’accoglienza indiscriminata, trasformando le città in bivacchi, salvo poi fare un’improbabile inversione elettorale a U a tempo scaduto, rivendica grandi opere inaugurate solo qualche settimana dopo il suo insediamento e frutto del lavoro di chi è venuto prima di lei, ha ceduto il governo di Autovie ad Anas, si intesta il merito del progetto del polo intermodale dell’aeroporto, conclusosi dopo vent’anni nella scorsa legislatura, lascia una banca come Mediocredito in mezzo al guado. E questi sono solo alcuni esempi. Ma quel che è peggio, ha svenduto la nostra sovranità allo stato, come quando ha rinunciato al ricorso nei confronti di Roma (vinto dalle altre regioni) sui tagli alla sanità».

«E il risultato di questa disastrosa esperienza è una Regione fragile, debole, divisa, litigiosa, attraversata da nuove e gravi tensioni. E come se non bastasse oggi esibisce al stessa arroganza del primo giorno. Quindi rinnovo il mio invito: visto che non può essere certo la Presidente a promuoversi da sola si ricandidi e lasci ai cittadini il giudizio sul suo Governo», conclude Riccardi.