16 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Politica

Cecotti lancia il sasso, "Mi candido alla guida della Regione", e se ne va negli Usa

L'ex leghista pronto a sfruttare 'la dissoluzione del Pd", partito che tace e non commenta. Chi parla, invece, sono Simeoni, Tomada e Anzil

UDINE - (S)toccata e fuga. Qualcuno potrebbe pensare che sia stato un coupe de Theatre. Si sa, Cecotti è un fisico: è estemporaneo, imprevedibile, creativo, eclettico. E quando gli dai il microfono aspettati sicuramente la sciabolata che lascia il segno…
Ferruccio Saro, che vuole Fedriga alla guida della Regione, che guarda a centrodestra e che immagina un listone autonomista a supporto del segretario regionale della Lega capeggiato magari dallo stesso ex sindaco di Udine, aveva organizzato l’incontro sul futuro dei territori friulani per parlare di Fvg, di politica, di possibili scenari. Ma mai, probabilmente, si sarebbe aspettato la dichiarazione di Cecotti. Che è stata sicuramente un mix di provocazione e di proposta.
Insomma, Cecotti si dice certo che il Pd sia in fase di dissoluzione. Quando? Il professore ha anche vaticinato la data: entro il 2018. E a quel punto – e siamo alla (s)toccata, si candiderà a guidare «chi sostituirà il centrosinistra», quando appunto questi «sarà evaporato». E si spinge anche affermando che «si candiderà alla guida della Regione». Il direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier, ribatte che aprirà il giornale con questa notizia. Cecotti replica a sua volta che lui oggi non leggerà il Mv perché sarà in volo (cco la 'fuga' dopo la (s)toccata) verso gli Usa, dove si fermerà per tre settimane. Ha lanciato il sasso. Ha agitato le acque. E adesso se la ride da lontano, consapevole di avere acceso una miccia micidiale.

Saro c’è rimasto male, perché vorrebbe che il fisico guardasse al centrodestra. Il Pd tace imbarazzato come sta facendo da oltre un anno; non commenta e vorrebbe non crederci, consapevole di navigare a vista e di avvicinarsi all’appuntamento delle regionali in stato confusionale e con il terrore di incassare l’ennesima sconfitta. Il centrodestra non sa se gioire o riflettere e vauta a chi Cecotti potrebbe sfilare consensi. Il M5s gioca la sua partita in solitaria. Così, gli unici a esultare sono gli autonomisti. «Provocazione o no – afferma Federico Simeoni di Patrie furlane – la dichiarazione di Cecotti dà un’accelerazione evidente alla situazione di stallo politica. Non è importante che abbia detto di sostituirsi al centrosinistra, quanto piuttosto che abbia fatto capire che sta fuori dai due poli. Credo che nelle prossime settimane ne vedremo delle belle, soprattutto se confermerà di volere correre». Più dubbioso Mario Anzil di 'Tutti per il Friuli', secondo cui se Cecotti pensa di ereditare lo scettro del centrosinistra rischia di andare a sbattere, perché «si tratterebbe di mero trasformismo in una regione che ha già deciso ampiamente di voltare pagina dopo la brutta parentesi a guida Serracchiani. Ma forse – insiste Anzil – Cecotti sta pensando ad altro e quello che ha detto è soltanto la punta dell’iceberg. Staremo a vedere…».

Gioisce Walter Tomada leader di 'Patto per l’Autonomia', che Cecotti conosce molto bene per essere stato suo collaboratore a palazzo d’Aronco. «Ci speravamo, anzi, ci speriamo perché la sua dichiarazione è inequivocabile; ora vediamo di costruire qualcosa», commenta. Per Tomada «la prospettiva di costruire una realtà alternativa al duopolio consolidato di destra e di sinistra e al grillismo, che sul nostro territorio non prende piede, diventa adesso ancora più realistica. E chi liquida le parole di Cecotti come una boutade sbaglia di grosso e lo fa più per speranza che per convinzione. Sì, Cecotti fa paura a tutti».
Di certo, il sasso lanciato nello stagno della politica regionale più che incresparne le acque potrebbe avere l’effetto di uno tsunami. Cecotti un progetto in testa ce l’ha da tempo. E più i partiti si accartocciano su legge elettorale, dispute sull’immigrazione e pareri sull’Ue più lui sente che davvero potrebbe avere il vento in poppa. Sì, è stata una (s)toccata e fuga. Ma, come dice Tomada, volutamente provocatoria e apparentemente estemporanea.