29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Sanità

Emergenze sanitarie: botta e risposta Mazzolini-Benetollo

Se il primo ha raccolto le lamentele di un gruppo di operatori del 118 sulle criticità della nuova riforma sanitaria targata Serracchiani, il secondo la difende, sottolinenendone i benefici per l’area montana

UDINE – Botta e risposta tra il referente della Lena Nord in Altoi Friuli, Stefano Mazzolini, e il direttore generale dell'Azienda per l'assistenza sanitaria 3 "Alto Friuli - Collinare - Medio Friuli", Pier Paolo Benetollo. Se il primo ha raccolto le lamentele di un gruppo di operatori del 118 sulle criticità della nuova riforma sanitaria targata Serracchiani, il secondo la difende, sottolinenendone i benefici per l’area montana.

La posizione di Mazzolini
«Ci sono più guai che benefici con la nuova riforma sanitaria voluta dalla giunta Serracchiani, soprattutto nel territorio montano». Queste le parole del leghista, che aggiunge: «Il nuovo piano delle emergenze prevede più ambulanze a disposizione del territorio: peccato però che non ci sia la forza lavoro per farle funzionare. Per questo c’è l’intenzione di ricorrere a personale esterno, volontari in primis, con il rischio di mettere sulle ambulanze del 118 persone non formati in maniera adeguata». Per Mazzolini non si deve scherzare con la vita delle persone, soprattutto in un territorio come quello montano, dove un intervento a vuoto può prolungare, e di molto, i tempi di soccorso. «Diamo la possibilità di lavorare al meglio ai professionisti del 118, che sono preparati ad affrontare le emergenze: sto parlando degli autisti soccorritori e degli infermieri di ambulanza e pronto soccorso.  Da quanto mi hanno riferito le persone che si sono rivolte a me – precisa – con gli 800 mila euro che la Regione vorrebbe affidare alla Croce Rossa Italiana per sopperire ai turni mancanti del 118, si potrebbero assumere gli autisti già presenti in graduatoria. Professionisti che sicuramente possono rappresentare un valore aggiunto rispetto ai volontari i quali, seppur validi, non hanno gli stessi livelli di competenza e di preparazione di coloro che svolgono questa attività per lavoro».

La replica di Benetollo
«Con il nuovo Piano dell'emergenza urgenza in montagna sono state attivate quattro postazioni di ambulanza in più. Un'integrazione che consente di migliorare i tempi di soccorso in tutta l'area montana di competenza dell'Aas3, con un evidente vantaggio per la sicurezza di quelle popolazioni e dei turisti. Su ogni ambulanza opera personale formato e quindi esperto per garantire qualsiasi tipo emergenza». Queste le rassicurazioni del direttore generale dell’Aas3. «Per far fronte a questo aumento – continua - abbiamo utilizzato in parte personale e mezzi propri e in parte equipaggi e mezzi messi a disposizione dalla Croce rossa italiana. È previsto che a regime su tutti i mezzi di soccorso che operano in Aas 3 sia presente un infermiere, che lavora ruotando fra i Pronto soccorso e i mezzi, in modo da garantire la più alta professionalità anche nelle postazioni più periferiche. Da quest'anno tutti i mezzi di soccorso sono equipaggiati con tre professionisti, in passato erano soltanto due. In ogni caso - sottolinea il direttore Benetollo - anche gli autisti messi a disposizione dalla Croce rossa sono formati, non hanno meno consapevolezza di quelli aziendali e sono in grado di gestire le situazioni più delicate».