28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
giovedì 17 agosto dalle 15

Estate in città: melodramma, Renato Farina ricorda Cossiga

Gli appuntamenti della giornata: al parco Villa Baschiera Tallon pomeriggio danzante; alla Biblioteca Civica 'Fiabe tra le due guerre. Elementi favolistici nei melodrammi del primo novecento' L'enfant et les sortilèges di Maurice Ravel; al Museo Civico d’arte conferenza dibattito sulle strutture turistiche e paesaggistiche del Friuli Venezia Giulia; al Caffè Letterario biografia di Cossiga

PORDENONE - Giovedì 17 agosto ancora un pomeriggio con ballo e buffet al parco di Villa Baschiera Tallon nell’Estate in Città (dalle 15) e conferenza dibattito sulle strutture turistiche e paesaggistiche del Friuli Venezia Giulia a cura di associazione Panorama. Alle 19 al Museo Civico d’arte.

Fiabe tra le due guerre. Elementi favolistici nei melodrammi del primo Novecento
Prosegue in Biblioteca Civica per l’Estate in città il ciclo di appuntamenti, realizzato grazie al sostegno della Fondazione Baschiera Tallon, dal titolo 'Fiabe tra le due guerre. Elementi favolistici nei melodrammi del primo Novecento' a cura del Maestro Roberto Cozzarin. Da Strauss a Prok’ofev, da Ravel a Puccini, un excursus musicale che prende in esame quattro opere composte nel periodo fra le due guerre, che traggono la loro ispirazione da fiabe teatrali o della tradizione popolare. Numerosi esempi, citazioni e accattivanti materiali audio e video aiuteranno la comprensione e stimoleranno le curiosità. Giovedì 17 agosto si parlerà di L'enfant et les sortilèges di Maurice Ravel (1925), di cui è difficile vederne una rappresentazione a causa dei continui cambi di scena che lo rendono di difficile realizzazione. La grandiosa Colette, scrittrice e attrice teatrale del primo Novecento francese, ne firma il libretto, pensato originariamente come un divertimento per sua figlia. Mentre gli oggetti si animano, nella fantasia onirica del ragazzino protagonista, Ravel fa esplodere la sua orchestra con una trascinante ricchezza di danze e generi musicali diversi, strumenti inconsueti e addirittura un coro finale di musica sacra.

La storia d'Italia: Francesco Cossiga
Giovedì 17 agosto alle 20 ospite di 'Sapori in Viaggio | Sardegna' al Caffè Letterario di Pordenone, sarà Renato Farina, che, in dialogo con Gigi Di Meo, parlerà di un sardo che ha fatto la storia d’Italia, attraverso la biografia da lui scritta: Francesco Cossiga, il presidente della Repubblica picconatore. Giornalista controverso e scrittore, Farina, nel luglio 2000 fonda con Vittorio Feltri il quotidiano Libero dalle cui pagine, nel 2001, collabora con Francesco Cossiga alla campagna che porterà il generale Pollari alla guida dell'intelligence italiana. Cossiga, nato il 26 luglio del 1928 a Sassari e deceduto il 17 agosto 2010 fu Ministro dell'Interno all’epoca dell'offensiva più cruenta del terrorismo in Italia, poi presidente del Consiglio. Da Capo dello Stato segnò le vicende istituzionali facendosi profeta della riforma del modello di governo, in modo da renderlo più efficiente e moderno, anche ricorrendo ad argomenti forti, che gli valsero l'epiteto di 'Picconatore'. Fra gli aneddoti più curiosi legati alla sua vita uno arriva proprio dagli anni della gioventù trascorsa in Sardegna: studente alle superiori, si ruppe una gamba a causa di un incidente in motorino. E con la determinazione caratteristica dei sardi utilizzò il forzoso periodo di riposo per anticipare il termine degli studi, completando la maturità con tre anni di anticipo, appena sedicenne. Conseguirà la laurea in Giurisprudenza a soli 20 anni, e quando i coetanei compagni di liceo si iscrivono all’università lui è già in cattedra a insegnare loro diritto costituzionale regionale. Da lì in poi è un'escalation di cariche e primati, che gli valgono l’appellativo di 'enfant prodige' delle Istituzioni: Cossiga sarà infatti il più giovane sottosegretario (38 anni), il più giovane ministro degli Interni (48 anni), il più giovane Presidente del Senato (55 anni), e il più giovane Presidente della Repubblica (57 anni). Fra i momenti più difficili della sua lunga carriera politica c’è senz’altro il sequestro di Aldo Moro, per il quale gli furono mosse accuse pesantissime: in gran parte dell'opinione pubblica si era radicata la convinzione che Cossiga fosse tra i depositari di molti misteri italiani degli anni del terrorismo.