28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
L'intervento

Ceta, la Cia Fvg lo ritiene «un'opportunità per l'export in Canada»

Lettera ai rappresentanti delle istituzioni: «Per il prosciutto di San Daniele e per i nostri vini prospettive nuove di grande interesse economico» assicura vicepresidente regionale di Cia Fvg, Paolo Fantin

FVG – E’ in controtendenza la posizione della Cia Fvg, la Confederazione italiana agricoltori. Non solo lo ritiene un buon accordo, ma auspica che venga quanto prima ratificato. Il riferimento è al Ceta, l’accordo economico e commerciale globale di libero mercato tra Canada e Unione europea. Tra i capisaldi dell’intesa, c’è l’eliminazione delle tariffe doganali tra Ue e Canada. Per il vicepresidente regionale di Cia Fvg, Paolo Fantin, si tratta di una buona opportunità  anche per una regione piccola come il Fvg che ha sì ‘percentuali da prefisso telefonico’, ma i cui dati dell’export in continuo aumento, fanno capire che le opportunità sono tante. «E siccome dentro a quell’aumento c’è  il nostro agroalimentare regionale rappresentato in primis da prodotti di eccellenza quali il prosciutto e il vino – precisa – va da sé che sarebbe un grave errore perdere questo treno».

Fantin riassume i vantaggi che deriverebbero con il Ceta, compresi quelli per i consumatori (no ogm, divieto di commercializzare carne bovina trattata con ormoni) e per l’ambiente (impegni reciproci sullo sviluppo sostenibile). «I vantaggi per la nostra Regione – insiste – sono dati anche dal fatto che 41 prodotti Dop/Igp Made in Italy saranno finalmente protetti dalle imitazioni. Non solo, ma dopo oltre 20 anni di divieti e sentenze, la denominazione ‘prosciutto di San Daniele’ potrà essere utilizzata anche in Canada». Più in generale, non va dimenticato che l’Italia è esportatore netto di prodotti agroalimentari verso il Canada: nel 2016, tra prodotti agricoli, cibi e bevande il valore dell’export made in Italy è stato pari a oltre 767 milioni di euro.

Insomma, «la chiusura commerciale e il protezionismo – aggiunge il vicepresidente della Cia – sono minacce per la competitività delle imprese, per lo sviluppo economico dell’Europa, e dunque dell’Italia. Anche perché con la crisi del Wto, i negoziati bilaterali diventano strategici». E a chi continua a nutrire dubbi sul Ceta, Fantin prima manda  a dire che «la salvaguardia dei principi di reciprocità ed equilibrio tra le parti sono condizioni necessarie all’interno di qualsiasi negoziato commerciale», poi sottolinea che «sarà fondamentale una costante attività di vigilanza sull’applicazione dell’accordo Ceta, a partire dai comparti più vulnerabili e particolarmente esposti alle crisi di mercato».