19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Verso il 2018

Alessandra Guerra, a volte ritornano. Possibile una sua candidatura con i Verdi

«Me lo hanno chiesto e sono possibilista – ha dichiarato l'ex presidente della Regione -; ci penso, proviamo a scrivere un programma e a ragionarci sopra per valutare poi l’eventuale candidatura concretamente a settembre»

FVG - A volte ritornano. Soprattutto in politica, un vero ‘male oscuro’ da cui è difficile liberarsi. Ne sa qualcosa Alessandra Guerra, che a 29 anni era presidente leghista della Regione Fvg, coccolata dall’agone politico, corteggiata da altri partiti, frequentatrice dei talk show. Lo scranno di governatrice pareva soltanto una parentesi, anzi, un trampolino di lancio per ambizioni più alte. Poi è arrivata la ‘doccia fredda’ del 2003, quando ha dovuto passare il testimone a Riccardo Illy. Fine dell’avventura. Anche perché non aveva messo in preventivo un paracadute in grado di riportarla senza ferite in mezzo ai comuni mortali, riprendendo le attività ante-politica. Poi c’era stato l’oblio, lo strappo dalla Lega, il tentativo maldestro di accasarsi nel Pd, la fuga dalla politica, il risentimento verso quanti non le riconoscevano quanto aveva dato al Fvg (ma lei dimentica sempre quanto ha ricevuto…), la riscoperta di altre dimensioni, la passione per la natura, lo yoga, il fascino per una dimensione più intima, meno chiassosa. Meno politica, insomma.

Poi, il nuovo colpo di scena. Già, Guerra sta meditando un ritorno alla politica, in vista delle regionali del prossimo anno. «Me lo hanno chiesto i Verdi e sono possibilista – ha dichiarato all’Ansa -; ci penso, proviamo a scrivere un programma e a ragionarci sopra per valutare poi l’eventuale candidatura concretamente a settembre». Poi aggiunge di essere sempre stata ambientalista e di puntare, se mai accetterà, a un polo autonomista autentico, «per ridare alla Regione lo smalto e il prestigio di una regione a Statuto speciale». Infine la chiosa: «Abbiamo perso tanto in questi anni».

L’annuncio di Guerra di essere pronta a un’altra avventura dentro il palazzo, è stata accolta nell’agone politico con un mix di scetticismo e incredulità. Del resto, i politici che ritengono la sua possibile discesa in campo una scelta errata e politicamente suicida sono essi stessi vittime di quel ‘male oscuro’ per cui un giro di giostra ad alti livelli non soltanto  regala un’ebbrezza ineffabile, ma ti induce a poterci rimanere incollato, a quella giostra, o a ritornarci a sedere quanto prima.