25 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Il fatto

Tarvisio, spunta uno striscione anti-migranti

«Il capoluogo della Valcanale non vuole i migranti - commenta il leghista Stefano Mazzolini - e non lo sostiene solo la Lega Nord ma anche i cittadini, e lo striscione apparso lunedì lo dimostra»

TARVISIO - Uno striscione contro l'arrivo dei migranti nell'ex caserma Meloni è apparso lunedì a Coccau, di fronte all'edificio che la Prefettura vuole trasformare in un centro di riconoscimento per richiedenti asilo. «Il capoluogo della Valcanale non vuole i migranti - commenta il leghista Stefano Mazzolini - e non lo sostiene solo la Lega Nord ma anche i cittadini, e lo striscione apparso lunedì lo dimostra».

Nonostante il lenzuolo con la scritta 'No ai clandestini. Prima i cittadini' sia stato rimosso in poco tempo, qualcuno è riuscito a fotografarlo e a far arrivare gli scatti a Stefano Mazzolini, referente Sicurezza per la Lega Nord. «Inutile nascondersi dietro a un dito: i residenti non vogliono i clandestini. Da un lato perché hanno paura che il loro arrivo possa far crollare il senso di sicurezza della nostra cittadina, dall’altro perché a risentirne sarebbe l’immagine turistica del Tarvisiano». Mazzolini, quindi, ribadisce la propria contrarietà alla realizzazione di un centro di riconoscimento migranti nell’ex caserma Meloni di Coccau e plaude a chi ha deciso di posizionare il lenzuolo con la scritta anti-clandestini. «Non possiamo più restare in silenzio – aggiunge l’esponente del Carroccio – Tarvisio è una località turistica e in quanto tale non deve ospitare alcun centro: né a breve, né a medio, né a lungo termine. La Lega su questo punto non transige: siamo nettamente contrari e ci opporremo a qualunque tentativo di dar vita a nuovi centri». 

Mazzolini è convinto si voglia penalizzare Tarvisio, nonostante negli anni abbia già pagato più di altri per la caduta dei confini. «E’ ora di finirla, Tarvisio non è territorio di conquista. Servono incentivi per far restare la gente a vivere qui, non mazzate per convincerla ad andarsene. Mi auguro che Stato e Regione, per una volta, pensino al bene del nostro territorio tralasciando gli interessi di Roma».