18 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Il çaso

Vaccini simulati: c'è il rischio che le dichiarazioni per le scuole non siano veritiere

A sollevare la questione sono gli avvocati Santo e Francesca Tutino che hanno inviato una lettera ai ministri della Salute e dell’istruzione, Beatrice Lorenzin e Valeria Fedeli. «In alcuni casi - spiegano - risultano comunque trascritti i lotti e le presunte somministrazioni sui libretti personali dei vaccini»

UDINE – Il caso dei ‘vaccini simulati’, che coinvolge centinaia di bambini tra Friuli e Veneto, potrebbe avere ripercussioni anche sulla veridicità delle dichiarazioni utili all’accesso nelle scuole. A sollevare la questione sono gli avvocati Santo e Francesca Tutino, che hanno inviato una lettera ai ministri della Salute e dell’istruzione, Beatrice Lorenzin e Valeria Fedeli, oltre che alla presidente della Regione Debora Serracchiani e, per conoscenza, al procuratore della Repubblica di Udine Antonio De Nicolo.

I due avvocati, in qualità di legali rappresentanti di alcuni genitori di bimbi minori che frequentano asili e scuole primarie del Fvg, ricordano come a causa del presunto ‘caos vaccini’ verificatosi tra Friuli e Veneto, «sussistono dubbi circa il fatto che pubblici operatori sanitari, incaricati di apposito servizio, abbiano somministrato le dosi vaccinali obbligatorie, nonostante i genitori abbiano adempiuto a presentarsi presso le competenti Asl. Anche sui libretti personali dei vaccini, nonostante quanto sopra, in alcuni casi risultano comunque trascritti i lotti e le presunte somministrazioni». Proprio qui, per gli avvocati Tutino, ci sarebbe l’inghippo: con l’entrata in vigore delle nuove norme in materia di obbligatorietà dei vaccini, infatti, si rischia che alcune autocertificazioni dei genitori non siano veritiere a causa dei vaccini simulati.

Ecco perché i due legali, con la lettera, chiedono, «per i soli casi in esame della Procura della Repubblica, di valutare una diversa disposizione per non indurre i genitori dei bimbi a sottoscrivere eventuali autocertificazioni o depositare copie di libretti vaccinali sui quali pende dubbio circa la veridicità degli stessi e sul fatto che i vaccini siano stati somministrati».