19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Il 2 agosto scorso

Una petizione indirizzata al Papa, contro l’Arcidiocesi di Udine, per i recenti licenziamenti

I promotori sono “un gruppo di persone, lettrici e lettori de La Vita Cattolica, credenti e non credenti, diverse per estrazione sociale e per indirizzo politico” tra cui spiccano personalità del panorama culturale della regione Fvg

UDINE«Contro l’Arcidiocesi di Udine che tratta con superficialità e disinvoltura il diritto al lavoro»: questo il tema della petizione popolare indirizzata a Papa Francesco che vede tra i primi firmatari personalità di primo piano del mondo culturale e sociale friulano e che ora proseguirà sul web (è possibile leggere il testo integrale della petizione e sottoscriverla qui). Il caso da cui prende spunto l’iniziativa popolare è il repentino licenziamento, avvenuto il 2 agosto scorso, dei direttori del settimanale diocesano «La Vita Cattolica», Roberto Pensa, e dell’emittente diocesana «Radio Spazio», Marco Tempo, ruoli «esternalizzati» (come recita in linguaggio economicistico/manageriale la lettera di licenziamento) al Vicario generale monsignor Guido Genero. I due licenziamenti erano seguiti a breve tempo dal mancato rinnovo del contratto di un’altra «colonna» della Vita Cattolica, la giornalista Monika Pascolo.

Tra i firmatari spiccano già alcune personalità
I promotori sono «un gruppo di persone, lettrici e lettori de La Vita Cattolica, credenti e non credenti, diverse per estrazione sociale e per indirizzo politico» tra cui spiccano personalità come il consulente scientifico della «Guarneriana» di San Daniele e scrittore, Angelo Floramo, la docente universitaria di didattica ed ex deputata Silvana Fachin Schiavi, la direttrice del Centro Pier Paolo Pasolini di Casarsa, Angela Felice, la direttrice artistica di Stazione Topolò e del Museo Smo di San Pietro al Natisone, Donatella Ruttar, il presidente del Comitato per l’autonomia e il rilancio del Friuli, Paolo Fontanelli, la presidente dell’Università della LiberEtà di Udine, Pina Raso, l’ex dirigente dello «Stellini» Pasquale D’Avolio, e tanti altri professionisti (avvocati, dirigenti industriali, medici…) e docenti universitari (come ad esempio Giovanni Frau, Sandro Fabbro, Marcello Riuscetti). E nella lista c’è anche una importante voce del mondo giovanile, come Mauro Tubetti in arte dj Tubet.

Non è stata concessa alcuna forma di solidarietà
Il gruppo dei firmatari «ritiene doveroso denunciare all'opinione pubblica friulana che vi è stata una grave lesione dei diritti sindacali dei due direttori licenziati senza alcun preavviso;  che al Direttore de La Vita Cattolica non è stato concesso l'usuale spazio per scrivere un intervento di congedo ai suoi lettori; che sono stati lesi anche i diritti umani di due professionisti seri, operosi e competenti a cui con freddezza inaudita, in una pur comprensibile difficoltà finanziaria, non è stata concessa alcuna forma di solidarietà da parte di chi nel suo operare dovrebbe ispirarsi a valori più alti di quelli meramente economici; che entrambi sono stati gettati sul lastrico senza concedere nemmeno il tempo necessario che permetta loro di guardarsi attorno per trovare una sistemazione anche provvisoria; che hanno una famiglia a carico con figli piccoli». I promotori ritengono «cosa molto grave che con questi presupposti, la Curia udinese, a parte uno scarno ringraziamento, non sia intervenuta dedicando alla lunga e preziosa collaborazione dei due direttori parole di doveroso apprezzamento ma che abbia addirittura invocato la loro «pronta e generosa dedizione».