18 aprile 2024
Aggiornato 04:00
L'inchiesta

Mediocredito: nessuna indagine sugli amministratori nominati dall'attuale Giunta

L'assessore ha anche auspicato che "le indagini della magistratura si svolgano il più speditamente possibile e che il dibattito pubblico sulla vicenda tenga ben distinto il piano delle eventuali responsabilità penali individuali, al momento ancora indeterminate, dall'azienda Mediocredito, che delle condotte criminose ipotizzate, ove accertate, sarebbe vittima"

UDINE - "Nessuna delle operazioni bancarie oggetto degli atti d'indagine compiuti presso Mediocredito risulta riferibile ad amministratori espressione di questa Giunta». Lo ha affermato l'assessore regionale alle Finanze Francesco Peroni, rendendo noti alcuni aspetti relativi all'inchiesta della Procura della Repubblica di Udine sull'attività di Mediocredito Fvg.

"Da quanto si apprende dalla Banca - ha spiegato Peroni - si tratta infatti di pratiche comprese in un arco temporale tra il 1997 e il 2013: operazioni, dunque, in nessun modo attribuibili agli amministratori designati dall'attuale Esecutivo regionale. Va infatti ricordato che l'ex presidente Compagno s'insediò al vertice dell'Istituto solo nel febbraio 2014 e che la residua compagine degli organi di governo fu nominata dall'assemblea dei soci il 29 aprile 2014".

In tal proposito - ha proseguito Peroni - »va ricordato che il periodo maggiormente segnato dal fenomeno dei crediti deteriorati, poi classificati dalla Banca a sofferenza, emerge soprattutto tra il 2001 e il 2007, con un picco massimo tra il 2005 e il 2008. Ciò è stato già da tempo reso noto dall'azienda in numerose audizioni in Consiglio regionale; e proprio durante l'ultima audizione, resa dall'allora presidente Compagno, fu comunicato che l'Istituto aveva ritenuto di avviare azioni di tutela legale, a fini di risarcimento del danno subito da Mediocredito". "Rivendichiamo di aver tempestivamente messo mano a tutte le terapie del caso, in sintonia con i principali soci della Banca e in piena coerenza con le indicazioni dateci dall'Autorità di Vigilanza. Dunque: pulizia della Banca dalle sofferenze, aumento di capitale e ricerca di una partnership industriale capace di portare Mediocredito al passo con l'evoluzione del mercato".

L'assessore ha anche auspicato che "le indagini della magistratura si svolgano il più speditamente possibile e che il dibattito pubblico sulla vicenda tenga ben distinto il piano delle eventuali responsabilità penali individuali, al momento ancora indeterminate, dall'azienda Mediocredito". L’assessore ha inoltre precisato che: «Deve essere chiaro che la Regione, come proprietaria di maggioranza della Banca, è vittima - al pari dello stesso Istituto - di condotte di reato quali quelle ipotizzate e che, ove tali condotte risultassero accertate e individuati i relativi responsabili, agirebbe a propria tutela in tutte le sedi giudiziarie competenti». 

"Non saranno eventuali polemiche o strumentalizzazioni politiche a distoglierci dall'impegnativo lavoro di rilancio dell'Istituto. Sfida che abbiamo intrapreso, avendo come unico riferimento la tutela dell'interesse pubblico, che è quello dei cittadini contribuenti, cioè - ha concluso Peroni - i veri titolari del patrimonio amministrato dalla Regione". "Questo difficile percorso di risanamento, dopo le operazioni straordinarie della scorsa estate (cessione al mercato delle sofferenze e correlato aumento di capitale) è quasi ultimato e i cittadini di questa Regione devono essere certi che le risorse impiegate a tal fine sono state spese a salvaguardia di un interesse collettivo. Scelte diverse avrebbero comportato perdite maggiori». "In ogni caso la Regione ha piena fiducia nell'azione della magistratura e - ha concluso l'assessore - collaborerà all'accertamento dei fatti in tutte le forme possibili".