19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
La Conferenza 

Construction Conference 2017: progettare il futuro nell'era della ri-globalizzazione

Come ricorda Alfredo Martini, «l'evento ha come principale obiettivo quello di favorire una riflessione tra i diversi attori della filiera delle costruzioni in un confronto aperto e culturalmente approfondito con le istituzioni sulle grandi questioni internazionali»

UDINE - Il prossimo 13 ottobre si terrà a Udine presso il teatro Palamostre la seconda edizione della Construction Conference promossa da Civiltà di Cantiere e organizzata in collaborazione con Ance Udine e che ha tra i suoi principali partner Confartigianato Udine e la Camera di Commercio. L’evento ha il patrocinio e il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia.  

Serve una svolta culturale calata nel mondo di oggi
Come ha ricordato il fondatore di Civiltà di Cantiere, Alfredo Martini «la Conferenza ha come principale obiettivo quello di favorire una riflessione tra i diversi attori della filiera delle costruzioni in un confronto aperto e culturalmente approfondito con le istituzioni sulle grandi questioni connesse alla complessità della fase storica che stiamo vivendo. L’anno scorso avevamo cercato di comprendere come l’innovazione costituisca un fattore strategico e un’opportunità per chi opera nell’edilizia, indispensabile per operare in un presente in forte cambiamento. Quest’anno la riflessione non può non tenere conto di quanto avvenuto a livello internazionale, di cui la Brexit, l’elezione a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump, la crescita dei movimenti populisti, il rafforzamento internazionale del ruolo della Cina sono solo alcuni esempi. Tutto ciò porta a ridefinire il concetto stesso di globalizzazione, fattore persistente e imprescindibile ma diverso rispetto a come si presentava dodici mesi fa. In questo nuovo - aggiunge - contesto diventa allora strategico ripensare e rimodellare i sistemi infrastrutturali seguendo logiche nuove e valorizzando al massimo l’innovazione tecnologica e l’interazione territoriale. Una prospettiva che chiama in causa la forte interdipendenza tra logistica, trasporti e mobilità, in una visione fortemente integrata con gli obiettivi ineludibili di una profonda e ampia rigenerazione urbana. Ed è su questi temi che abbiamo costruito la Conferenza di quest’anno».

Il concetto di evento 'apriscatole'
«Con la Construction Conference – ha aggiunto Piero Petrucco ideatore con Martini della manifestazione - vogliamo svolgere una funzione di 'apriscatole', vogliamo lanciare idee, ipotesi, prospettive di azioni anche divergenti in grado di aiutarci ad affrontare il futuro dei nostri territori, delle nostre aziende, in sintesi il 'nostro' futuro. Il nostro obiettivo è favorire in modo sinergico una sempre più diffusa consapevolezza dell’urgente necessità di cambiare approccio, aprendoci al nuovo e alle esperienze che il mondo ci offre. Dopo aver focalizzato nel 2016 la nostra attenzione su nuove ipotesi e suggestioni relative all’abitare del domani e su come le innovazioni determinate da quella che viene definita la 'quarta rivoluzione industriale' contribuiscano a offrire nuovi prodotti e nuove soluzioni sempre più rispondenti a una domanda di benessere e di sostenibilità, quest’anno abbiamo deciso di affrontare i temi delle infrastrutture e della rigenerazione urbana, della loro interconnessione guardando al mondo e ragionando sulle strategie economiche e di sviluppo attraverso nuove prospettive. Abbiamo scelto di confrontarci con livelli superiori di complessità nella convinzione che soltanto alzando lo sguardo possiamo realmente ragionare e porci delle domande utili a comprendere l’importanza di spingersi oltre la soluzione dei problemi immediati, senza rimanere strettamente ancorati al quotidiano. In questa logica - conclude - abbiamo chiesto il contributo di economisti e intellettuali di valore internazionale così come di manager, imprenditori e amministratori regionali e nazionali nella convinzione che sia estremamente utile confrontarsi con diverse dimensioni territoriali». 

Tra gli ospiti attesi, Caracciolo, Fitoussi e Moioli 
Di fronte alla ridefinizione dei rapporti di potere a livello mondiale, diventa strategico ripensare e rimodellare i sistemi infrastrutturali seguendo logiche nuove e valorizzando al massimo l’innovazione tecnologica e l’interazione territoriale. Nei prossimi 40 anni spenderemo più in infrastrutture di quanto non abbiamo fatto nei passati 4000 anni. In questo scenario - che verrà raccontato e valutato da Lucio Caracciolo, Jean Paul Fitoussi e Fabio Moioli di Micosoft - il Friuli Venezia Giulia può candidarsi a svolgere un ruolo importante se saprà cogliere le occasioni offerte dalla riglobalizzazione. Il progetto del Porto-Regione sostenuto dalla Regione e che sarà illustrato dal vicepresidente Sergio Bolzonello e dal presidente del Porto di Trieste Zeno D’agostino diventa la proposta strategica su cui riflettere e con cui confrontarsi come tessuto produttivo, ma anche come ecosistema dove le infrastrutture e la riqualificazione territoriale diventano assett determinanti. Integrazione, interazione e condivisione di obiettivi e di azioni sono le strade per vincere la sfida. Diventa altresì decisivo ripensare e rifunzionalizzare il territorio e le città in una logica di sostenibilità ambientale ed economica. Ne tratteranno l’architetto Cino Zucchi e il viceministro Riccardo Nencini, che dialogherà con la presidente della Regione Debora Serracchiani.