20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Progetto ‘Viola’

Violenza sulle donne: il 25% ne è vittima, ma cade nel silenzio

L’analisi è stata fatta su un campione di 440 persone. Lo scopo, quello di intercettare il disagio e di farlo negli ambulatori dei medici di medicina generale, in modo che le donne possano sentirsi libere di confidarsi e di intraprendere la strada per liberarsi dall'aguzzino

UDINE – Si chiama ‘Viola’ ed è il progetto nato per per identificare e aiutare le donne oggetto di violenze. Sbarca infatti anche in Friuli la campagna di sensibilizzazione verso i medici di base sul fenomeno sempre più diffuso di atti di violenza compiuti contro la donna.

L'obiettivo?
Lo scopo è quello di intercettare il disagio e la violenza e di farlo negli ambulatori dei medici di medicina generale, in modo che le donne possano sentirsi libere di confidarsi e di intraprendere la strada per liberarsi dall'aguzzino.

I dati in regione
Come rende noto Clara Ricci, medico referente per il Friuli Venezia Giulia del progetto nazionale della Società italiana di Medicina Generale (Simg), sono stati distribuiti, nel corso di quest'anno, dei questionari anonimi alle donne maggiorenni che afferivano agli ambulatori di sei medici di medicina generale di Udine e dell'hinterland. Al centro del sondaggio, predisposto dai medici della Società italiana di Medicina Generale, ci sono le esperienze di violenza.

440 i questionari distribuiti
Ai 25% dei questionari distribuiti (112) le pazienti hanno risposto positivamente. Ciò significa che un quarto delle donne intervistate ha confessato di essere stata vittima di qualche forma di violenza nel corso della sua esistenza. E di queste, soltanto il 30% ha raccontato la violenza al proprio medico di base. Il questionario è stato preparato dai colleghi della Simg Dauna che per primi sono partiti con il progetto ‘Viola’ (nato nel 2013 dalla Società Italiana di Medicina Generale per il riconoscimento da parte del Mmg delle donne vittime di violenza domestica ed extradomestica).

Quali violenze?
Analizzando la tipologia delle violenze subite, nel 38% dei casi, le vittime ne hanno subite diverse (fisica, psicologica, sessuale, economica); nel 79% ‘solo’ psicologica, nel 17%, invece, la violenza è stata sessuale, nel 16% economica. Dato ancor più significativo, nella maggior parte dei casi, non si è trattato di un solo episodio, ma di più eventi ripetuti: ben 72%. Hanno riferito di un solo episodio solo il 27% delle donne che hanno dichiarato di aver subito abusi.

L'identikit dell'aguzzino?
Le vessazioni nel 30% sono arrivate dall'ex partner, nel 25% da un familiare; nel 23% si tratta, invece, del partner attuale; nel 30% di un'altra tipologia di persona; nel 13% dei questionari positivi la donna ha barrato la casella di più autori della violenza.

L’utilizzo dei farmaci
Nel questionario è inoltre emerso come il 48% delle donne positive alla violenza abbia fatto uso di farmaci contro depressione-ansia-insonnia (nei confronti di un utilizzo di questi stessi farmaci del 28% nelle donne che non hanno subito alcuna violenza). Le vittime di abusi e violenze dichiarano anche di trovarsi in un ‘cattivo stato di salute’ nel 13% dei casi, contro il 5% delle donne che non hanno subito soprusi.

Il convegno
Proprio di questo discuteranno sabato 14 ottobre, nella sala polifunzionale dell'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Udine (sotto la Chiesa), dalle 9 alle 13, i dottori protagonisti del convegno ‘Violare il muro del silenzio: per un ruolo del Medico di Medicina generale nella violenza di genere’. Obiettivo del meeting è creare una rete organizzata di medici sul nostro territorio in grado di intercettare ed identificare le donne vittima di violenza (domestica ed extradomestica), in modo che il medico di fiducia possa diventare un identificatore del problema ed aiutare così le donne che hanno subito varie tipologie di violenza (fisica, sessuale, psicologica, economica).