16 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Migranti

Serracchiani scrive a Minniti: «Chiarezza sui numeri dell'accoglienza a Udine»

Riferendo del nuovo bando per la gestione dell'accoglienza nelle caserme Caverzerani e Friuli di Udine, pubblicato dalla Prefettura di Udine, la presidente ha osservato che esso è divenuto pubblico «senza un preventivo confronto con l'amministrazione locale»

UDINE - La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha espresso in una lettera al ministro dell'Interno Marco Minniti la sua «preoccupazione per il paventato aumento dei rifugiati nelle strutture di Udine» e ha chiesto di «chiarire i limiti previsti per l'accoglienza nelle caserme Cavarzerani e Friuli, e di ragguagliare sull'apertura di una seconda commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale».

Riferendo del nuovo bando per la gestione dell'accoglienza nelle caserme Caverzerani e Friuli di Udine, pubblicato dalla Prefettura di Udine, la presidente ha osservato che esso è divenuto pubblico «senza un preventivo confronto con l'amministrazione locale» e che «per il paventato aumento dei rifugiati nelle strutture di Udine, ha creato preoccupazione, sconcerto e contrarietà anche in chi ha concretamente collaborato nella difficile opera di questi anni. Inoltre la mancata esauriente comunicazione ha favorito l'improprio collegamento del bando, obbligatorio per legge, con la chiusura del Cara di Gradisca, e ha aperto le porte a illazioni sull'importo, che non risulta superiore a quanto già erogato con affidamento diretto».

«Come abbiamo condiviso nel corso della Tua visita a Trieste - ha scritto Serracchiani a Minniti - Ti chiedo di favorire ogni atto che vada nella direzione di superare in maniera risolutiva la logica dei grandi assembramenti, tenendo conto del fatto che la città di Udine non può subire oltre l'indifferenza di quei Comuni che vengono meno ai doveri di solidarietà fra municipi». «Alcune amministrazioni comunali, e segnatamente Udine, hanno sopportato un peso nettamente superiore alla media, arrivando a ospitare contemporaneamente oltre un migliaio di persone proprio in quei grandi assembramenti che - ha concluso - l'accoglienza diffusa si propone di superare».