19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
fino al 16 dicembre

Al via il 26° Festival Internazionale di musica sacra fra surfismo e spiritualità

Di scena il canto liturgico del rito armeno con l'ensemblee edesse. Saranno coinvolte le comunità di immigrati dal Pordenone al Veneto

PORDENONE – Dodici concerti, 3 grandi mostre sul territorio, 1 giornata di studio sui temi della pace e 5 mostre per le scuole regionali, affidate a talentose illustratrici: fino al 16 dicembre 2017 è di scena la XXVI edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra promosso da PeC, Presenza e Cultura, con la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, per la direzione artistica di Franco Calabretto e di Eddi De Nadai. Il Festival, che si apre sabato 21 ottobre nell’Auditorium Concordia di Pordenone (alle 20.45), farà della città un vero crocevia di spiritualita’, di culture e di religioni attraverso la musica, l’arte, l’illustrazione: «un ‘unicum’ sulla scena di nordest – spiega il fondatore di Presenza e Cultura, don Luciano Padovese - per la proposta concertistica internazionale legata alle migliori produzioni di Musica Sacra, espressione delle più varie religioni del mondo, antiche e contemporanee». Sostengono e collaborano al Festival Fondazione Friuli, Bcc Pordenonese, Diocesi Concordia Pordenone, Fondazione Buon Samaritano, Comune di Pordenone.

L'inaugurazione sabato 21 ottobre
A inaugurare il cartellone, che da quest’anno propone incursioni in nuove location del Friuli e del Veneto orientale, sarà la performance della Confraternita SUFI Alb – Rifai: per uno sguardo 'altro' sull’Islam, un diverso approccio all’ascesi testimoniato attraverso i 'Canti e Danze Cerimoniali del sufismo' che andranno in scena a Pordenone. La Tariqa Rifai, giunta nei Balcani dalla Turchia intorno al 1850, è sopravvissuta agli eventi storico-politici di oltre cent’anno, inclusa la barbarie della dittatura di Enver Hoxa, e nell’Albania del Terzo Millennio ha trovato nuovo vigore e libertà di espressione.   

Tema 'Dialoghi di pace'
«L’attualità del tema legato ai 'Dialoghi di pace' resta drammaticamente centrale – spiega Luciano Padovese, presidente del PeC – e si alimenterà con la giornata di studi curata dall’Ute intorno a La Via della Pace, lunedì 13 novembre, preceduta, domenica sera, dal concerto nel Duomo Concattedrale San Marco di Pordenone. Valore aggiunto per il Festival saranno i concerti a carattere interetnico organizzati nel Centro di Accoglienza Casa Madonna Pellegrina di Pordenone con il coinvogimento delle comunità straniere presenti in città, in sinergia con la Fondazione Buon Samaritano».
«Pace al di là di qualsiasi retorica – spiegano Franco Calabretto ed Eddi De Nadai – Tanto che il concerto di apertura legato ai riti Sufi aprirà uno squarcio in pregiudizi che nulla hanno a che fare con la condanna di ideologie pseudo religiose. Gli interpreti di questo primo evento, i membri della Tariqa Alb –Rifai, sono i testimoni di una fede secolare e di pratiche mistiche sopravvissute ai crimini della feroce dittatura albanese. Profondamente simbolico sarà anche il concerto del 12 novembre, 'La via della Pace', con la Missa 'L’Homme armé' di Carissimi è accostata a 'Et in terra pax' del contemporaneo Flavio Colusso. La giornata di studi del 13 novembre sarà ancora incentrata sul tema della pace come motore di composizioni musicali, con contributi di studiosi di fama internazionale».

Il cartellone degli appuntamenti
Seguendo il filo rosso del cartellone troviamo ancora, venerdì 27 ottobre nel Duomo di San Marco, la 'Misa Criolla' dedicata a due suore tedesche, Elisabeth e Regina Bruckner, che aiutarono i prigionieri di un campo di concentramento portando loro del cibo. In scena l’Intende Voci Chorus con l’Ensemble I Giambellindios, per la direzione di Mirko Guadagnini: un concerto nel quale i ritmi popolari latino-americano si fonderanno ai temi della messa cattolica.  Venerdì 3 novembre debutterà la produzione commissionata dal festival a un giovane compositore goriziano, Federico Gon: l’Ottetto Sloveno, integrato da organo e sax, si esibirà in un programma multiforme, dalla prima esecuzione assoluta di 'Elegia', tratta da Rilke, alla 'Missa pro Pace' di Čopi.Parla di pace, venerdì 24 novembre nel Duomo San Marco, anche il concerto che presenta i Canti della Liturgia in rito armeno, nato dalla collaborazione con il Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena di Venezia. L’ensemble vocale Edesse sarà integrato dal 'duduk', strumento a fiato antichissimo, divenuto simbolo e voce dell’identità nazionale armena.
Completano il cartellone musicale gli eventi che porteranno il festival nel Friuli e Veneto orientale: il concerto d’organo, nel Duomo di Sacile, con un programma ricchissimo eseguito da Elisabeth Zawadke, docente nella prestigiosa Musikhochschule di Lucerna. Sarà itinerante -  a Cividale il 3 dicembre, a Barcis il 10 e a Portogruaro il 16 dicembre - il progetto affidato a tre giovani musicisti del Conservatorio di Udine: Cristina Del Tin soprano, Liliia Kolosova mezzosoprano e Daniele Russo pianoforte. Si spazierà dai canti tradizionali natalizi in una trascrizione d’autore - una dedica a Marco Sofianopulo - alla lirica da Camera su testi sacri dei più rappresentativi compositori italiani del primo Novecento. E spiccano ancora le esperienze musicali interetniche con il coinvolgimento di immigrati nel territorio: nella Casa di Accoglienza della Madonna Pellegrina di Pordenone sabato 18 novembre Christian Music for Peace, con il Gruppo Effata Franciscan Band;  venerdì 24 e venerdì primo dicembre di scena l’ultimo spettacolo della Scuola Sperimentale dell’Attore - L’Arlecchino Errante, 'Immigrant song'; e domenica 10 dicembre riflettori sulle 'Live sessions' di musicisti a carattere interetnico, per favorire l’incontro, la reciproca conoscenza, lo scambio di esperienze. Saranno coinvolte le comunità straniere a Pordenone, in particolare, ghanesi, magrebini, rumeni, albanesi.

Il sipario artistico-espositivo
Dialoghi di pace anche sul piano artistico-espositivo, attraverso tre mostre che esplorano la spiritualità con diverso approccio: chiude domenica 22 ottobre la mostra 'Luigi Molinis. indagare l'anima', visitabile nel Castello di San Vito al Tagliamento; e il 28 ottobre si congeda un’altra mostra inaugurata a preludio del festival, 'Tonino Cragnolini: la storia denudata', realizzata in collaborazione con l'Associazione Aldo Moro di Cordenons; dal 28 ottobre al 17 dicembre, nell’Abbazia di Santa Maria in Sylvis di Sesto al Reghena sarà visitabile la mostra dedicata a 'Bruno Fadel. Diari della sopraffazione', legata alla meditazione sul tema dell’Olocausto.
E dal 6 novembre al 30 dicembre, nelle scuole dell’Infanzia del territorio i Dialoghi di Pace si incrociano all’animazione espressiva e all’illustrazione per i più piccoli attraverso laboratori e incontri affidati alle cinque illustratrici Marta Lorenzon, Glenda Sburelin, Paola Franceschini, Federica Pagnucco, Alessandra Cimatoribus. I risultati di queste attività si tradurranno in percorsi espositivi aperti al pubblico.