19 aprile 2024
Aggiornato 16:30
L'operazione dei carabinieri

Tre romeni in manette: in 4 mesi messi a segno 80 furti

La banda agiva su tutto il nord Italia. Parte della refurtiva, già recuperata da militari della Compagnia di Palmanova, ammonta a circa 20.000 euro, ed è stata restituita ai legittimi proprietari

UDINE - Si è conclusa con due arresti in flagranza e due ordinanze di custodia cautelare in carcere l’operazione ‘Highway’ condotta dai carabinieri del Norm della Compagnia di Palmanova (sotto la direzione del sostituto procuratore di Udine Maria Caterina Pace) e finalizzata alla disarticolazione di un sodalizio criminale specializzato nei reati contro il patrimonio.

L’inizio delle indagini nel gennaio di quest’anno
L’indagine è partita in seguito a una serie di denunce di furti messi a segno nelle notti comprese tra il 20 e il 31 gennaio 2017, ai danni di abitazioni nei comuni di Porpetto, Gonars e Bagnaria Arsa.
In quell’occasione ignoti, hanno asportato con lo stesso modus operandi, diversi monili d’oro, telefoni cellulari, bigiotteria e soldi in contanti. Dopo i furti sul territorio i ladri riuscivano a far perdere le proprie tracce.
L’attività investigativa, in una prima fase, non portava a nessun tipo riscontro. I malviventi parevano letteralmente scomparire nel nulla. Caparbiamente, i militari dell’Arma estendevano i tradizionali metodi di indagine su un raggio più ampio al fine di ricercare almeno un elemento utile per lo sviluppo dell’attività investigativa. Successivamente, l’incrocio e l’analisi analisi dei dati raccolti, permettevano di individuare un furgone utilizzato dai malfattori per raggiungere il luogo dei furti.

Punto di partenza era sempre l’autostrada
Qui la svolta. Si è scoperto che l’automezzo utilizzato percorreva esclusivamente la rete autostradale (da qui il nome dato all’indagine), per accompagnare il complice, lasciarlo in una piazzola di sosta o più raramente una stazione di servizio, che veniva cambiata di volta in volta, e continuare il suo percorso sulla stessa linea autostradale, allontanandosi per parecchi chilometri (a volte anche più di 100). Così facendo qualsiasi controllo effettuato dell’automezzo faceva si che lo stesso non potesse essere associato ai vari furti in abitazione che si stavano mettendo in atto o erano già stati compiuti in quella determinata giornata. Nello stesso frangente, il complice, scavalcando la recinzione a lato della sede autostradale, attraversando i campi, si dirigeva nel più vicino Comune e portava a termine il colpo.
A ‘fine serata’ l’autista del furgone si faceva trovare in un luogo prefissato, sempre in autostrada e il complice, a ritroso, scavalcava la recinzione e risaliva sul mezzo per fare ritorno verso il loro domicilio localizzato in un comune del Lago di Garda.
I furti venivano sempre commessi nell’arco serale/notturno e nella maggior parte di essi con le persone presenti all’interno delle abitazioni, con la conseguente sensazione di accresciuto allarmismo e preoccupazione dei cittadini residenti in quei Comuni o in quelli circostanti.

Nei guai 3 cittadini romeni
Come in una partita a scacchi, le successive attività investigative condotte sia attraverso pedinamenti, sia con il ricorso ad attività tecniche più incisive, permettevano di giungere all’individuazione e all’identificazione dei componenti del sodalizio costituito da 3 cittadini di nazionalità romena, già noti alle forze di polizia e pluripregiudicati per reati contro il patrimonio.
I carabinieri hanno contestato ai tre cittadini romeni la commissione di quasi 80 furti in abitazione (78 per la precisione), tutti perpetrati dalla fine di gennaio, al 1° maggio 2017, giorno dell’arresto in flagranza di reato di due di questi.
Gli stessi hanno dimostrato di muoversi con disinvoltura su tutto il Nord Italia. Sono stati portati alla luce non pochi elementi oggettivi che li hanno localizzati nelle province di Udine, Gorizia, Treviso, Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Cremona, Pavia, Piacenza, Alessandria, ove dove di fatto hanno perpetrato i furti in abitazione e in attività commerciali.
Parte della refurtiva, già recuperata da militari della Compagnia di Palmanova, ammonta a circa 20.000 euro, ed è stata restituita ai legittimi proprietari.
L’attività, come detto, ha portato in primis all’arresto in flagranza di reato di due cittadini romeni di trentacinquenne e trentadue anni e, successivamente all’emissione, nei confronti di un terzo cittadino rumeno, quarantunenne, di due ordinanze di custodia cautelare in carcere. Per quest’ultimo, ancora ricercato, verrà richiesto al GIP un mandato di arresto europeo (Mae).