25 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Il caso

Centro islamico di Tarcento: la Procura apre un fascicolo

Il primo a sollevare la questione del centro islamico di via Dante è stato il consigliere comunale di Fdi/An Prisciano. «Spero che non siano i carabinieri a occuparsi delle indagini – afferma – visto che sono stato congedato dall’Arma per le mie idee politiche»

TARCENTO – Diventa sempre più ingarbugliata la vicenda del centro islamico di Tarcento, finito al centro della cronaca delle ultime settimane per liti, denunce e, da ultimo, per l’apparizione di cotechini e zampe di maiale all’ingresso della sede di via Dante. Le novità sono essenzialmente due: il fatto che il prefetto di Udine ha voluto ricevere il rappresentante della comunità islamica di Tarcento, Abdennabi El Karz, esprimendogli la sua solidarietà e invitandolo a non cedere alle provocazioni, e l’apertura della Procura di un fascicolo contro ignoti per le ipotesi di reato di offese a una confessione religiosa mediante vilipendio o danneggiamento di cose. Circostanza, quest’ultima, anticipata dal Messaggero Veneto.

Nel mirino è finito il consigliere comunale di Fdi/An Riccardo Prisciano, il primo a sollevare la questione del centro islamico tarcentino. A suo dire infatti, quel luogo sarebbe una moschea abusiva e quindi andrebbe chiusa. Da qui il suo tentativo di entrare nei locali gestiti dall’associazione islamica e la lite scoppiata con alcuni musulmani presenti nel centro, con lo stesso Prisciano che era stato medicato al Pronto Soccorso per una microfrattura a una mano. Ne sono nate due denunce, una presentata ai carabinieri da Abdennabi El Karz (quella che ha portato all’apertura del fascicolo), l’altra dallo stesso consigliere comunale direttamente in procura, a Udine.

Se da una parte Abdennabi El Karz chiede solo tranquillità, rimarcando come non abbia mai avuto problemi, né lui né la comunità che rappresenta, in questi anni di permanenza a Tarcento. Anzi invita tutti coloro che hanno la curiosità di vedere cosa accade nel centro di via Dante a farsi avanti e a vedere con i propri occhi cosa viene fatto in quei locali, chiednendo «rispetto per quei luoghi». Dall’altra Prisciano non molla la presa, anzi rilancia commentando sia la visita dal prefetto che l’apertura del fascicolo. «Spero che non siano i carabinieri a occuparsi delle indagini – afferma – visto che sono stato congedato dall’Arma per le mie idee politiche. Non solo, la sera dell’aggressione i carabinieri non hanno proceduto ad alcun arresto nonostante abbiano trovato addosso a una delle persone del centro il telefono che ci era stato sottratto. Confido comunque nella giustizia italiana per il buon esito delle indagini». Prisciano è certo che la ‘colpa’ per la situazione venutasi a creare sia delle istituzioni, «che non hanno vigilato a dovere».
A proposito di istituzioni, il consigliere comunale ha detto: «Fa male che prefetto e sindaco di Tarcento si siano schierati dalla parte di chi ci ha rapinato e aggredito e non dalla parte di cittadini italiani».