19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
chiusura delle province

Dura replica del sindaco Ciriani all'assessore Panontin sui risparmi dalla riforma delle Uti

Le bufale e i dati non detti dell’assessore Panontin dalla chiusura delle Provincie, emergono clamorose dimenticanze ed errori metodologici nel calcolo: decine di milioni di sprechi e risorse immobilizzate

PORDENONE - «I numeri veri sono impietosi e non mentono. Quelli forniti da Panontin sono bufale. Rappresentano la disperazione di una giunta regionale che inventa i dati per cercare di coprire i danni di una riforma pessima, dannosa e offensiva per i sindaci e i loro territori. Ormai lo riconoscono anche i primi cittadini del centrosinistra che, per fare esempio, si sono rifiutati di trasferire le funzioni della polizia municipali alle Uti, così come imponeva la riforma», questo il commento del sindaco pordenonese Alessandro Ciriani. A fronte della proclamazione da parte dell’assessore Panontin dei grandi risparmi derivanti dalla chiusura delle Provincie, emergono clamorose dimenticanze ed errori metodologici nel calcolo. Un dato è certo il trasferimento di parte del personale delle Provincie in regione ha comportato un aumento di costo di 8.190.000 euro e un peggioramento dei servizi e funzioni trasferite.

Costi di funzionamento
Dal Piano di liquidazione approvato dalla gestione stralcio della Provincia di Pordenone con atto n. 76 del ottobre 2017 emerge che le varie funzioni e patrimonio della Provincia sono tutte trasferite ad altri enti. Regione, Comuni e Uti. La funzioni continuano ad essere esercitate da altri enti con i relativi trasferimenti. Gli uffici sono ancora tutti aperti, riscaldati e custoditi il personale è per la gran parte li che opera per conto della regione. Quindi nessun risparmio. Anzi è comparso un servizio di vigilanza. Le spese per gli organi amministrativi Presidente e Consiglio erano a zero già dal 2015 quindi nessun risparmio. Risulterebbe che anzi che il costo manutentivo delle strade ex provinciali dopo il passaggio alla regione sia più elevato e che il costo salirà ancora con il passaggio della competenza dalla regione a Friuli Venezia Giuli Strade. Quindi la voce cancellazione costi di funzionamento è tutta da dimostrare.
L’assessore spiega poi che vi è stato un risparmio del personale della regione. Questo è un dato attendibile perché la regione nel rilevare le funzioni si è presa più personale di quello afferente la funzione lasciando per esempio la funzione edilizia scolastica all’Uti del Noncello con personale dimezzato (13 invece di 26).
Ma l’assessore si è completamente dimenticato i costi di funzionamento dei 18 nuovi enti chiamati Uti che dovevano nel suo disegno sostituire le provincie e delle incentivazioni all’esercizio associato delle funzioni comunali. Il funzionamento delle Uti sommato alla gestione associata delle funzioni obbligatorie dei comuni comporta un costo per il bilancio regionale di 38.547.711,70 euro. Quindi non 31 milioni di risparmi ma decine di milioni di sprechi e risorse immobilizzate.

Iniquità verso i comuni non aderenti alle Uti
Un discorso a parte merita poi l’onere della complessità introdotta, delle riunioni inutili di sindaci e funzionari, dei disservizi creati da una riforma frettolosa, rimaneggiate e in rimaneggiamento, della farraginosità dei meccanismi di definizione delle «intese per lo sviluppo» usato come strumento capestro per assegnare risorse per gli investimenti. Le Uti mediante i sindaci propongono alla regione un piano investimenti che la regione approva con legge. Poi le Uti che non sono attrezzate per gestirli girano i trasferimenti ai comuni. Il tutto si risolve in ulteriori adempimenti burocratici. Per non parlare delle iniquità verso i comuni non aderenti alle Uti, dei ricatti sui trasferimenti, delle mancate risposte in merito agli strumenti contrattuali di gestione del personale in forma associata, della mancata predisposizione di adeguati supporti informatici.