26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
L'appuntamento è fissato per le 10

I sindaci 'liberi' tornano in piazza: mercoledì saranno davanti al Consiglio regionale

«Si sta perpetuando - affermano i promotori dell'iniziativa - lo 'scempio' a danno di quei Comuni, di quelle comunità e di quei cittadini che stanno portando avanti una battaglia di democrazia a difesa del proprio territorio, della propria identità, del proprio ruolo e delle funzioni»

UDINE - I sindaci 'liberi' del Friuli Venezia Giulia, quelli cioè che si oppongono alla riforma degli enti locali e alla nascita delle Uti, continuano la loro battaglia con la giunta regionale e contro l'assessore Paolo Panontin in particolare. Mercoledì i primi cittadini, guodati da Piero Mauro Zanin, Renato Carlantoni e Pierluigi Molinaro, saranno davanti al palazzo della Regione, in piazza Oberdan

L'appuntamento è fissato per le 10 davanti alla sede del Consiglio regionale. A infastidire i sindaci, l'annuncio sui presunti risparmi della riforma fatto dall'assessore Panontin. Oltre a questo, la manifestazione di mercoledì non nasce solo come un momento di dissenso, ma anche di proposta, vista che sarà presentata un'alternativa alla riforma delle Uti. Un'azione messa in campo 'sfruttando' l'apertura del vicepresidente Sergio Bolzonello, che nei giorni scorsi ha detto: «Alcune riforme le abbiamo fatte benissimo, altre bene, altre così così o male. La riforma delle Uti rientra nelle ultime due categorie, a seconda di come la si guardi. È evidente che bisogna metterci mano. Lo faremo assieme agli amministratori. La riforma aveva bisogno di più tempo, confronto e condivisione, anche con i sindaci». Ecco perchè i sindaci 'liberi' hanno voluto cogliere la palla al balzo. 

«Si sta perpetuando - affermano i promotori dell'iniziativa - lo 'scempio' a danno di quei Comuni, di quelle comunità e di quei cittadini che stanno portando avanti una battaglia di democrazia a difesa del proprio territorio, della propria identità, del proprio ruolo e delle funzioni che la Costituzione Italiana (rafforzata dal Referendum del dicembre scorso) attribuisce ai Comuni».