29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Politica

Udine: dopo 23 anni di débacles il centrodestra non ha imparato la lezione

Da Olivotto a Franz passando per Commessatti e Ioan: decenni di fallimenti e candidature tardive. E la storia si sta ripedendo, con i partiti che sono incapaci di decidere

FVG - Nessuno nel centrodestra udinese ha il coraggio di dirlo. Ma lo spettro di un’altra possibile sconfitta fa rima con 23 anni di débacles elettorali. Della serie: chi è causa del suo mal…
Già, siamo alle solite. Un centrosinistra mai così in crisi, mai così timoroso di essere travolto dallo tsunami dell’effetto domino che dopo il referendum istituzionale e i vari, sonanti, ko alle amministrative è ormai da giorni in campagna elettorale. Il candidato del Pd, Enzo Martines, sta tessendo la tela delle possibili intese forte del vantaggio rispetto al centrodestra alle prese, come sempre, con la scelta del candidato. Evidentemente il passato non ha insegnato nulla e se errare umanum est, perseverare…

Un passato di candidature tardive…
Brevemente. Nel 1995 anno in cui si inaugura l’elezione diretta del sindaco, Enzo Barazza che al primo turno aveva raccolto un ‘misero’ 27%, al ballottaggio batte, sia pure di poco, Silvana Olivotto, che al primo turno aveva ottenuto il 42% dei consensi. Due anni dopo Barazza è costretto a dimettersi inaugurando il breve interregno di Andrea Montich (4 mesi) che poi lascia lo scranno al commissario ad acta Giuliana Spogliarich. Si torna al voto. E Sergio Cecotti, schierato nel 1998 con Lega e autonomisti, batte Daniele Franzâ?? (poi formerà una giunta con il centrosinistra). Cecotti bissa la vittoria pure cinque anni dopo sconfiggendo nettamente Pietro Commessatti, che il centrodestra aveva immolato sull’altare di una candidatura tardiva e di ripiego per l’incapacità di trovare una sintesi su un nome condiviso. Nel 2003 scende in campo Furio Honsell che trascina alla vittoria il centrosinistra contro il commercialista Enzo Cainero. Honsell si ripete nel 2013 sconfiggendo un cavallo di razza come Adriano Ioan, anche lui lanciato in mischia quasi a tempo scaduto.

Per ora Matinese ringrazia
Il 2018 è lì, dietro l’angolo, e le comunali pure (si dovrebbe votar ad aprile). Il centrodestra ha quattro ‘cavalli’ in corsa: Pietro Fontanini (Lega Nord) Alessandro Colautti (civica), Loris Michelini (civica) ed Enrico Bertossi (Civica). Il Tavolo di lavoro ha più volte annunciato l’ipotesi delle primarie – vietate però a Bertossi – proprio nell’impossibilità di addivenire a una soluzione condivisa dai partiti (FI, Lega, civiche, Fd’I, Ar). Dal quartier generale di Forza Italia, che rispetto alle trattative è in cabina di regia, hanno mandato a dire che il tempo sta per scadere e che a inizio dicembre (cioè tra pochissimi giorni, ndr) il nome del candidato sarà reso noto. Sarà, ma il 30 giugno, Massimo Blasoni aveva assicurato che entro il mese di ottobre sarebbe stato reso noto il nome del candidato. Non solo, ma se davvero tra pochi giorni questo dovese avvenire, ciò significherebbe rinunciare alle primarie cui tiene soprattutto Alessandro Colautti e che erano state invocate da Enrico Bertossi, in ciò difeso da FdI. Insomma, un bel pasticcio. L’ennesimo, verrebbe da dire. Anche perché, piaccia o no, il centrodestra udinese per la scelta del suo candidato è appeso al cordone ombelicale con il centrodestra regionale e nazionale, alle prese con il toto-candidato alla Regione. E così, almeno per adesso, Martines ringrazia…