18 aprile 2024
Aggiornato 13:30
L'incontro

I professionisti Fvg si appellano alla politica: «Noi come le Pmi»

«L’accesso al credito è un nodo irrisolto che vale per quasi tutte le imprese. Ma alla fine c’è chi ha comunque qualcosa e chi, come i professionisti, non ha niente». A dirlo è Romeo La Pietra, presidente dell’Associazione Professionisti per il Friuli Venezia Giulia

FVG - «L’accesso al credito è un nodo irrisolto che vale per quasi tutte le imprese. Ma alla fine c’è chi ha comunque qualcosa e chi, come i professionisti, non ha niente». Romeo La Pietra, presidente dell’Associazione Professionisti per il Friuli Venezia Giulia, ha consegnato il tema ai consiglieri regionali delle diverse forze politiche al termine di un confronto, nella sala Gialla del Là di Moret di Udine, in cui sono emerse le mancate risposte delle istituzioni a una platea di 24mila lavoratori in Fvg, cresciuti del 20% nell’ultimo decennio ma con una perdita del 4% sul reddito medio nominale nell’ultimo quinquennio, ma che si avvicina al 20% quanto a valore reale.

A Enio Agnola (Pd), Pietro Paviotti (Cittadini), Roberto Novelli (Fi), Renzo Tondo (Ar), Alessandro Colautti (Ap), Elena Bianchi (M5S) e Barbara Zilli (Ln), intervenuti al convegno 'Il Professionista 4.0', gli ordini professionali hanno consegnato due ulteriori input: l’impulso alla sussidiarietà, con la sollecitazione al trasferimento delle competenze dalla pubblica amministrazione al mondo delle professioni, e la parificazione tra professionisti e Pmi, da attuare concretamente in particolare per i fondi comunitari.

«Nella prossima legislatura – ha aggiunto La Pietra – saranno necessari anche importanti investimenti per la formazione di alto livello, l’incentivazione all’aggregazione degli studi professionali, la tecnologia. La sfida digitale è epocale: il professionista non chiede contributi diretti, ma una visione del futuro della regione in cui, a partire dalla banda larga, sia consentito di ripensare e potenziare la professione stessa, non solo in termini di automazione ed efficienza operativa, ma anche nel tipo di prestazione erogata e nelle modalità di interazione con i clienti. Se è vero che alcune istanze vanno indirizzate a Roma, non c’è dubbio che anche l’amministrazione regionale abbia un buon margine di intervento».