29 marzo 2024
Aggiornato 15:00
Verso il 2018

Udine, il centrodestra ha fretta di chiudere ma 'fatica' a convergere su Fontanini

l sondaggi danno il Fi, Fdi e Ln in vantaggio ovunque, ma la vittoria annunciata potrebbe fare i conti con alcune implosioni interne alla coalizione

FVG - Soltanto un colpo di scena dell’ultima ora potrebbe stoppare la candidatura di Pietro Fontanini a sindaco di Udine. La decisione, salvo appunto imprevisti, dovrebbe essere ufficializzata mercoledì pomeriggio. Per le 14, infatti, è stato convocato il tavolo del centrodestra dal quale è rimasto sempre escluso Enrico Bertossi e la sua civica ‘Prima Udine’, nonostante le tiepide proteste di Fratelli d’Italia e dell’altro candidato sindaco, Alessandro Colautti. Parteciperà comunque un rappresentante di Autonomia responsabile di Renzo Tondo, gruppo regionale nel quale è confluito da pochi giorni lo stesso Colautti.

Forza Italia ha fretta di chiudere
A sponsorizzare fortemente la candidatura di Fontanini oltre naturalmente alla Lega Nord («Speriamo finalmente di chiudere», dichiara Maurizio Franz, il rappresentante del Carroccio al tavolo delle trattative udinesi) c’è la dirigenza di Forza Italia. Che evidentemente ha tutti gli interessi di porre fine in fretta alla partita udinese e questo almeno per due motivi. Primo: con Fontanini candidato a palazzo d’Aronco le quotazioni dell’azzurro Riccardo Riccardi in chiave candidatura alla presidenza della Regione sarebbero destinate a lievitare. Non è infatti un mistero che proprio dagli ambienti di Autonomia responsabile e più in generale da quelli più moderati si sta ripetendo che non si può concedere alla Lega la doppia candidatura: Regione e Comune di Udine.
Il secondo motivo per cui Fi ha fretta di ‘archiviare’ il caso-Udine è legato all’incipiente conflittualità tra Berlusconi e Salvini, che diversi osservatori danno sul punto di rottura. Meglio dunque, ragionano gli azzurri, ‘concedere’ a Fontanini lo scranno della candidatura perché poi, comunque andranno le cose a livello nazionale, FI avrà più forza per rivendicare la candidatura di Riccardi per la guida della Regione.

Su Fontanini ci sono alcuni scettici
Scettici, rispetto alla candidatura di Fontanini, restano gli altri due candidati in corsa: Loris Michelini e lo stesso Colautti. Resta il fatto che se la trattativa finale sarà condotta in primis dai partiti la loro protesta sarebbe destinata a naufragare. E in ogni caso, la posizione di Colautti potrebbe addolcirsi anche perché, dopo l’accordo con Autonomia responsabile di Tondo, le sue possibilità di correre nuovamente per la Regione sono in netta salita. E a proposito di Tondo, c’è da registrare che lunedì 18 era a Roma per un incontro con il gruppo centista che si sta organizzando attorno a Lupi, Quagliariello, Fitto, Tosi, Cesa, Costa, Zanetti, Mastella, che è già stata ribattezzata la ‘quarta gamba’ del centrodestra cui ammicca lo stesso Berlusconi e della quale per adesso non fa parte ‘Energie per l’Italia’ di Stefano Parisi. Un gruppo che potrebbe entrare a gamba tesa nell’accordo FI, Lega, FDI per gli accordi sia nazionali (scelta del premier), sia regionali (Lazio e Friuli Venezia Giulia, in primis). Insomma, nonostante i sondaggi diano il centrodestra in vantaggio ovunque, ma la vittoria annunciata potrebbe fare i conti con alcune implosioni interne alla coalizione.