19 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Enti locali

Lega e M5S 'spingono' per cambiare la legge sulla fusione dei Comuni

Zilli e Bianchi parlano di atti di arroganza che calpestano la volontà delle comunità locali contrarie al processo di unificazione tra municipalità

FVG - «Quella di prendere a calci la volontà popolare sembra quasi una passione per il Pd di Debora Serracchiani». Barbara Zilli, consigliera regionale della Lega Nord, attacca così la Giunta a seguito dell'approvazione dei progetti di fusione tra i comuni di Villa Vicentina-Fiumicello e Treppo Carnico-Ligosullo. Critica anche la consigliera regionale del MoVimento Cinque Stelle, Elena Bianchi: «Calpestare la volontà di una comunità che si è espressa chiaramente attraverso un referendum, significa aumentare ulteriormente la distanza, già enorme, fra i cittadini e la politica. Crediamo sia quanto mai necessario rimettere mano alla legge che regolamenta le procedure di approvazione delle fusioni dei Comuni nel Friuli Venezia Giulia»

La posizione di Zilli
«In Aula ha preso vita quello che ci auguriamo sia l'ultimo atto di arroganza di una Giunta che ci ha ormai abituati a prese di posizione incuranti della voce delle nostre comunità. Quella sulle fusioni è una decisione forzata, che non tiene minimamente conto della contrarietà espressa con referendum dagli abitanti di Villa Vicentina e Ligosullo e che dà vita a una legge regionale sbagliata e dannosa». «Al netto dei pesanti dubbi di legittimità degli atti adottati lungo l'iter del procedimento e sui reali benefici per i comuni coinvolti, vi è un unico dato politico certo: questa legge va cambiata. Una legge che stravolge completamente la vita delle comunità locali non può essere adottata senza maggioranze qualificate che certifichino la volontà delle istituzioni coinvolte e senza che sia data la giusta dignità all'espressione popolare delle singole comunità». «Purtroppo - conclude Zilli - il Pd preferisce ancora una volta le logiche di partito al confronto con i reali interessi dei cittadini».

Le parole di Bianchi
«Noi del MoVimento 5 Stelle - spiega Bianchi - chiediamo che non si proceda alla fusione se anche solo in uno dei due comuni i cittadini esprimano contrarietà con un voto maggioritario. Dal nostro punto di vista, inoltre, è necessario rivedere le modalità di stanziamento dei fondi finalizzati alla promozione delle fusioni nei Comuni. Promozione che evidentemente non funziona, visto il generale fallimento dei referendum». «Eppure, come più volte sostenuto, la riforma degli enti locali con l'imposizione delle Uti avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi gestionali e amministrativi dei comuni più piccoli, rendendo inutili o superflue le eventuali fusioni. Non capiamo pertanto questa insistenza da parte della maggioranza, sempre molto convinta della bontà della propria riforma e allo stesso tempo così ansiosa di approvare fusioni, di fatto, imposte ai cittadini». «Il M5S del Friuli Venezia Giulia resta ovviamente favorevole alle fusioni quando partono dal basso e sono volute dalle comunità comunali. A tal proposito - conclude Bianchi - basti ricordare che, senza il nostro voto, non sarebbe stato approvato il referendum per Aquileia e Terzo, perché la maggioranza non avrebbe avuto i numeri per approvarlo da sola».