29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Il caso

«Mazzega voleva togliersi il braccialetto elettronico»: scattano le verifiche

A sostenerlo un detenuto a cui il 36enne avrebbe chiesto delle informazioni al riguardo. Perquisizione nella casa di Muzzana del Turgnano

MUZZANA DEL TURGNANO – Aveva delle ragioni ben precise la perquisizione effettuata qualche giorno fa nell’abitazione in cui Francesco Mazzega, omicida reo confesso della fidanzata Nadia Orlando, sta scontando gli arresti domiciliari nella casa dei genitori a Muzzana.

Il 36enne, infatti, nei giorni (pochi) in cui si trovava in carcere, prima in quello di Udine poi in quello di Pordenone, avrebbe chiesto a un altro detenuto come poter eludere la sorveglianza del braccialetto elettronico che gli è stato consegnato per gli arresti domiciliari. E proprio alla ricerca di un riscontro di questa intenzione che gli agenti della Squadra Mobile e della Polizia postale si sono presentati nella casa di Muzzana del Turgnano.

Ci vorrà del tempo per analizzare tutto il materiale elettronico visionato (pc e smartphone), ma dai primi riscontri la ‘voce’ della volontà di volersi togliere il braccialetto elettronico pare non aver trovato riscontro. Una perquisizione che come obiettivo aveva anche il controllo del fatto che Mazzega non possa avere rapporti con l’esterno, di alcun tipo.