29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
agricoltura

Illustrato il ddl dei prodotti bio e dell'agricoltura sociale

Illustrate alla II Commissione del Consiglio regionale le modifiche suggerite dalla Giunta alla legge regionale 15/2000 sui prodotti biologici nelle mense

FVG - Illustrate alla II Commissione del Consiglio regionale le modifiche suggerite dalla Giunta alla legge regionale 15/2000 sui prodotti biologici, tipici e tradizionali introdotti nelle mense pubbliche e per iniziative di educazione alimentare, oltre a disposizioni in materia di agricoltura sociale.

Agricoltura sociale
Prima dell'esposizione, è stato ricordato che la Regione ha competenza propria in tema di agricoltura, ma non ce l'ha quanto a welfare e sociale. Se poi oggi è prevista la compartecipazione alle spese del personale delle mense e per fare attività didattica, il disegno di legge in esame riporta tutto al solo acquisto dei prodotti, che appunto devono essere bio, tradizionali e tipici. Inoltre, si è inteso uniformare quanto era stato demandato ai territori: a seguito del processo di riforma delle autonomie locali, le competenze inerenti la LR 15/2000 sono state riacquisite dalla Regione a decorrere dal 1° luglio 2016 per quanto riguarda le Province e dal 1° agosto 2016 per quanto riguarda le Comunità montane. Analizzando i 12 articoli che compongono il provvedimento si vede che sono divisi in due Capi: il primo (articoli 1-7) riguarda le modifiche alla LR 15/2000 finalizzate ad adeguare la disciplina per la concessione dei contributi dopo la riacquisizione della competenza amministrativa in capo alla Regione; il secondo (articoli 8-12) dà attuazione alla normativa statale ormai consolidata in materia di agricoltura sociale (legge 141/2015).

Contributi ai prodotti certificati
In particolare, con il Capo I si concentrano le risorse regionali verso l'obiettivo principale della legge, ossia la diffusione di prodotti agroalimentari tradizionali e di qualità nelle mense pubbliche (si elimina la concessione di contributi per iniziative di educazione alimentare, affidando tale compito all'Ersa e prevedendo l'onere per i beneficiari dei contributi di aderire alle relative iniziative); si limitano i beneficiari agli enti pubblici gestori delle mense degli asili nido e delle scuole (non sono più previsti, quali beneficiari, i servizi di refezione collettiva diversi da quelli scolastici); si limitano le spese ammissibili all'acquisto dei prodotti (non si ammettono più quelle per il personale delle mense); si estende la tipologia di prodotti per cui è concesso il contributo anche ai prodotti certificati con il marchio regionale Aqua (previsto nella LR 21/2002 sulla valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari di qualità); si prevedono già le modalità per la presentazione
delle domande e per la concessione dei contributi, in modo da rendere immediatamente applicabile la legge; si afferma una maggiorazione del contributo per l'utilizzo di prodotti biologici a 'chilometri zero'; si aggiornano i riferimenti alla normativa comunitaria.

Durante l'illustrazione è stato anche reso noto che, con decreto ministeriale, saranno definite le percentuali minime di utilizzo di prodotti biologici nonché i requisiti e le specifiche tecniche necessari per qualificare il servizio di refezione scolastica quale mensa biologica. Nelle more dell'attuazione della norma
statale, e quindi in attesa di conoscere le risorse finanziarie che saranno concretamente messe a disposizione del Friuli Venezia Giulia, si interviene con le modifiche della LR 15/2000 sia per dare continuità a quanto fatto finora, sia per dare rilievo anche a prodotti regionali di eccellenza che rischiano di non essere
compresi nell'applicazione della legge statale quali i prodotti agroalimentari tradizionali (Pat), i prodotti a denominazione di origine protetta (Dop), a indicazione geografica protetta(Igp), le specialità tradizionali garantite (Stg) e i prodotti certificati con marchio Aqua.

La multifunzionalità delle imprese agricole
Passando al Capo II, la legge statale si prefigge di promuovere l'agricoltura sociale quale aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, sociosanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo anche per facilitare l'accesso alle prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie e alle comunità locali in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate. La legge innanzitutto introduce la definizione di agricoltura sociale, facendo rientrare in questo ambito una serie specifica di attività che vanno dall'inserimento socio-lavorativo di
persone svantaggiate a servizi terapeutici con l'ausilio di animali e della coltivazione delle piante, all'organizzazione di fattorie sociali e didattiche. Inoltre individua, quali operatori dell'agricoltura sociale, sia gli imprenditori agricoli sia le cooperative sociali il cui fatturato derivi, entro certi parametri, dall'esercizio delle attività agricole.

Rendere pubblici i nominativi
L'attuazione della norma statale è demandata a un decreto ministeriale non ancora adottato. Perciò si demanda alle Regioni e alle Province autonome il compito di adeguare le proprie disposizioni in materia per consentire il riconoscimento degli operatori dell'agricoltura sociale e rendere pubblici i relativi nominativi. Il ddl in esame si prefigge, pertanto, l'obiettivo di introdurre gli strumenti normativi e amministrativi necessari a rendere applicabile in FVG la disciplina statale in materia di agricoltura sociale non appena sarà approvato il decreto che individua i requisiti delle attività. All'illustrazione, sono seguite le audizioni con i soggetti e le categorie maggiormente coinvolti. L'esame del provvedimento è, invece, già in calendario per martedì prossimo, 16 gennaio, a partire dalle 14.30. Vista la trattazione di argomenti legati ad aspetti socio-sanitari, domani (11 gennaio) la III Commissione consiliare esprimerà un parere sulle parti di competenza.