28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
L'impegno

Finanze: firma patto Fvg-Stato entro la fine della legislatura

Si punta a far diminuire la quota di quanto la Regione versa a Roma per contribuire all'abbattimento del debito pubblico nazionale

FVG - La stipula del rinnovo del patto finanziario tra lo Stato centrale e la Regione Friuli Venezia Giulia avverrà entro la fine della legislatura. Questo l'impegno espresso dai massimi vertici dell'amministrazione regionale nel corso della riunione della I Commissione consiliare che si è tenuta a Trieste.

Come è stato illustrato, questa sul patto finanziario è una negoziazione che si sta sviluppando da diversi mesi (marzo 2017) e di cui già un passaggio è stato definito nella Legge di Bilancio, che ha modificato il regime di compartecipazione al gettito erariale del Friuli Venezia Giulia. Due sono i punti sostanziali che sono sul tavolo della trattativa. Il primo riguarda la riduzione di 120 milioni (sui 370 concordati dal precedente patto Tondo-Tremonti) di quanto la Regione versa a Roma per contribuire all'abbattimento del debito pubblico nazionale. Lo sconto, che varrà per gli anni 2018 e 2019, è stato confermato dallo stanziamento previsto dalla Legge di Bilancio e finalizzato proprio al rinnovo dell'accordo. Il secondo tema della trattativa è relativo alla parte di tasse trattenute dalla Regione e del relativo passaggio dal 'riscosso' al 'maturato'. In buona sostanza si tratta della disposizione attraverso la quale conta non più dove vengono pagate le tasse ma dove la ricchezza viene prodotta. Così facendo è previsto un allargamento del 50 per cento della platea del totale dei contribuenti che portano risorse al bilancio regionale. Vengono infatti in questo modo compresi anche coloro che producono in Friuli Venezia Giulia pur pagando le imposte al di fuori dei confini regionali.

Questa modifica, tra gli altri vantaggi, mette anche al riparo i bilanci dell'amministrazione da eventuali spostamenti delle tesorerie bancarie di enti o società operanti in regione. Il documento oggetto del confronto con lo Stato prevede anche l'estensione del novero dei tributi passibili di compartecipazione e la correlata revisione delle aliquote, favorendo maggiore stabilità e certezza delle entrate. Tra queste nuove imposte ci sono quelle catastali e quelle relative alle assicurazioni, nonché la tassa di registro.