29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Udine

Salvini: «A Udine serve un sindaco leghista. Il candidato per le Regionali dopo il 5 marzo»

Il leader del Carroccio boccia Serracchiani e apre al ritorno alla leva. Sull'alleanza con Berlusconi aggiunge: «Non tengo due occhi aperti, ma quattro»

UDINE – «Il 4 marzo mandiamo a casa Renzi e Boldrini, poi penseremo a Serracchiani». Matteo Salvini, candidato premier per la Lega, lunedì mattina ha fatto tappa in Friuli Venezia Giulia, arrivando a Udine poco dopo mezzogiorno. Accolto da oltre cento tra militanti e semplici cittadini, ha parlato di politica, di priorità per il nuovo governo, di alleati e, ovviamente, di candidature per le elezioni Regioni in Fvg e per le Comunali a Udine.

Il candidato per le regioni dopo il 5 marzo
«I sondaggi ci danno avanti, vero – ha esordito Salvini – ma il vero sondaggio, per me, sono le piazze italiane: l’affetto della gente è il vero indicatore. Sto lavorando a tutti i dossier di governo perché dal 5 marzo si passa dalle parole ai fatti». Sulla questione del candidato presidente del centrodestra in Fvg che ancora manca, il leader leghista ha aggiunto: «Ora pensiamo a portare a Roma un po’ di gente dal Fvg per occuparsi della propria terra. Dal 5 marzo mi rivedrete in regione per individuare il candidato di un centrodestra compatto. C’è più di una persona pronta a raccogliere il pessimo lascito di Serracchiani. Spero di tornare in Fvg da presidente del Consiglio».

Con Berlusconi patti chiari amicizia lunga
Salvini ha poi indicato le priorità della Lega per il Friuli: «Sanità, dopo i danni fatti dalla giunta Serracchiani, e sicurezza: a Udine serve un sindaco leghista in grado di mettere davanti i suoi cittadini rispetto alle esigenze dei finti profughi». Sui temi nazionali, Salvini ha detto: «Chi pensa che i problemi dell’Italia siano Salvini, i fascisti e i razzisti vive su Marte. Dobbiamo sbloccare l’occupazione e gestire l’immigrazione fuori controllo. Il resto sono fantasie». Sugli alleati, e in particolare su Silvio Berlusconi, ha chiuso così il suo intervento: «Non tengo due occhi aperti, ma quattro. Da soli non riusciremmo a raggiungere i numeri per governare, in compagnia sì. Insieme stiamo bene, ma patti chiari, amicizia lunga». Salvini, prima di lasciare Udine, ha infine assicurato che le ex caserme non saranno più utilizzate per i migranti, «ma per preparare i nostri ragazzi e le nostre ragazze a difendere il Paese», aprendo quindi alla possibilità di un ritorno della leva.