18 aprile 2024
Aggiornato 04:00
L'intervista

Moretton: «Purtroppo la ‘buona politica’ è solo un lontano ricordo»

L’ex Pd boccia Serracchiani e Bolzonello e apre a un appoggio a Riccardi, considerato il 'moderato' del centrodestra

FVG - Sul suo blog spara praticamente a zero contro tutti i politici. Molti ci vedono un po’ di rancore personale per la sua uscita di scena. E’ cosi? 
«Più che contro tutti, meglio dire nei confronti di una buona parte! Sono felice di non far parte attivamente della politica odierna, che è un qualcosa che neanche lontanamente ricorda la ‘buona politica’ di quel passato di cui in molti e, francamente, sempre di più, sentono la mancanza specie se confrontata con quella attuale fatta di spot e promesse effimere che quasi mai trovano concretezza».
Ma ci sarà qualcuno che lei salva e se si chi? 
«Ma sì, pur non molte, nel cesto ci sono ancora buone mele. Però, è necessario togliere quelle marce per non contaminare le altre».
Con la presidente Serracchiani ha ingaggiato un vero duello. Nelle sue critiche c’è qualcosa di personale? 
«Il problema della Presidente è che si considera essere la migliore di tutti. Ma, com'è diffusamente risaputo, non esistono fattispecie di questo genere. Ne consegue che la sua presunta infallibilità, le ha fatto perdere la realtà del quotidiano. E i risultati della sua politica regionale, quasi sempre non positivi, ne sono un esempio straordinario e sono toccati con mano dalla gente».
In poche parole gli errori della giunta regionale uscente
«
Di errori ne ha fatti non pochi: dalla sanità alle politiche sociali, dagli enti locali agli aspetti finanziari frutto di accordi pasticciati e penalizzanti».
I meriti, se li vede? 
«Qualche merito è senz'altro ascrivibile al porto franco triestino e all'accelerazione dei lavori per la terza corsia i quali però, hanno provocato più di qualche problema di cantiere al traffico, osservabile quotidianamente».
Un breve giudizio su Bolzonello candidato
«
I suoi precedenti amministrativi non depongono a suo favore come pure i cinque anni passati accanto a Serracchiani esempio del suo totale servilismo».
Il centrodestra deve ancora scegliere tra Riccardi, Fedriga o un terzo. Lei che opinione si è fatta? 
«Credo che presto il centrodestra assumerà all'unisono una decisione. Tra costoro il miglior candidato è Riccardi per la sua conoscenza della macchina regionale e per la sua collocazione nel centro moderato del raggruppamento politico di cui fa parte»
Se Cecotti scendesse in campo quali chances potrebbe avere come candidato presidente? 
«Sergio Ceccotti pur essendo un eccellente candidato ha però il limite di non essere coalizzato con alcuno. Ne discende che difficilmente da solo, possa vincere le elezioni».
Sugli attuali politici è una sorta di tiro al piccione, ma non crede che siano l’espressione degli elettori e quindi di un’Italia moralmente in crisi? 
«Gli elettori non hanno colpa! Semmai la responsabilità è di chi fa le liste e di talune leggi elettorali che di fatto consentono la nomina e non l'elezione dei rappresentanti istituzionali. E poi, i partiti di un tempo che facevano selezione non esistono più; la politica è diventata ‘sangue e merda’ a fronte di una società quasi priva di valori e ideali».
Può rivelarci a chi darà una mano nella campagna elettorale per le regionali? 
«Oggi penso al centro del centrodestra che dimostra di essere moderato e di avere più di altri una idea di Paese».
Qual è a suo avviso la principale emergenza del Fvg? 
«Recuperare rapidamente la propria autonomia e specialità che è stata vilipesa dalle normative subentrate a livello nazionale ma anche per l'incapacità palese di difenderla da parte dell'attuale governo regionale».
Tre ricette per uscire dalla crisi… 
«Un piano Marshall di opere pubbliche che rilanci lavoro e occupazione; abbassare la tassazione alle imprese e ai cittadini; un progetto serio di protezione sociale che pensi ai bisognosi di cui oggi la politica sembra essersene dimenticata»
Parliamo di elezioni politiche. Crede che dopo il voto si tornerà a votare o si tenterà con le larghe intese? 
«Prima di tutto non escludo che il centro-desta possa raggiungere l'obiettivo di essere maggioranza (i sondaggi lo danno vicino al 40%); diversamente immagino che le forze politiche raggiungano un accordo limitato a due o tre punti compresa la legge elettorale e poi ritorno alle urne a ottobre».