20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
REMANZACCO

Maresciallo spiava soldatesse con microcamere rubando la loro biancheria intima: a processo

L'Esercito conferma «la massima collaborazione con gli organi inquirenti, affinché venga accertata la verità dei fatti» e ha provveduto a trasferire il militare in un'altra sede.

REMANZACCO - Un maresciallo dell'Esercito è stato citato in giudizio con l'accusa di aver piazzato delle microcamere nascoste in due spogliatoi di una palazzina adibita al personale militare femminile e di averne installate un paio anche nei singoli alloggi delle soldatesse. Lo rivela GrNet.it, network di informazione su sicurezza e difesa. I fatti sono accaduti nella caserma 'Severino Lesa' di Remanzacco. L'Esercito, da parte sua, conferma «la massima collaborazione con gli organi inquirenti, affinché venga accertata la verità dei fatti" e ha provveduto a trasferire il militare in un'altra sede.

23 LE VITTIME DEL MARESCIALLO - Sarebbero 23 le vittime del maresciallo, 53 anni, presunto 'guardone', accusato anche di aver sottratto dagli alloggi di tre soldatesse - nei quali si introduceva clandestinamente - la loro biancheria intima. Il maresciallo dovrà presentarsi davanti ai giudici il 4 ottobre prossimo. L'Esercito ribadisce la «totale intransigenza e ferma condanna nel perseguire i comportamenti che violano l'etica militare».

SPIATI ANCHE TABLET E PC - Secondo l'accusa il militare avrebbe spiato anche i tablet, i computer e gli smartphone delle vittime sottraendo files attinenti alla loro sfera privata. Le soldatesse, alcune nel frattempo passate in altri corpi armati e di polizia dello Stato, sono venute a conoscenza dei fatti solo a seguito dell'instaurazione del procedimento penale.