24 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Il 9 marzo

Premio Terzani: presentati i cinque finalisti della quattordicesima edizione

A fare da filo conduttore della rassegna sarà la parola-chiave 'squilibri'. Il tentativo è quello di analizzare le diseguaglianze e gli scompensi che caratterizzano in modo sempre più evidente le nostre società e in generale il nostro pianeta

UDINE – Velibor Čolić per Manuale d’esilio (Bompiani), Yu Hua per Il settimo giorno (Feltrinelli), Hisham Matar per Il ritorno (Einaudi), Domenico Quirico per Succede ad Aleppo (Laterza) e Frank Westerman per I soldati delle parole (Iperborea) sono i cinque finalisti della quattordicesima edizione del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani, riconoscimento istituito e promosso dall’associazione culturale vicino/lontano di Udine insieme alla famiglia Terzani.

LA GIURIA, riunitasi a Firenze a casa Terzani, ha selezionato i libri che andranno in votazione a partire da un elenco di quaranta titoli: «Anche quest’anno – commenta Angela Terzani, presidente della giuria – abbiamo cercato di candidare al premio opere che aiutino a far luce sui retroscena umani, storici o politici delle questioni di maggiore attualità nel mondo. Questo, per restare fedeli allo spirito di Tiziano - alla cui memoria il premio è dedicato - che ha sempre voluto tentare di capire, e far capire, ciò che avveniva di là dai nostri orizzonti». I giurati – Giulio Anselmi, Enza Campino, Toni Capuozzo, Marco Del Corona, Andrea Filippi, Àlen Loreti, Milena Gabanelli, Nicola Gasbarro, Ettore Mo, Carla Nicolini, Paolo Pecile, Valerio Pellizzari, Peter Popham, Marino Sinibaldi – si sono ora riservati un supplemento di riflessione prima di passare alla votazione finale. Il vincitore sarà annunciato in aprile e sabato 12 maggio, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, alle 21, sarà il protagonista della serata-evento per la consegna del premio, da sempre appuntamento centrale del festival vicino/lontano, in programma a Udine dal 10 al 13 maggio.

SQUILIBRI - A fare da filo conduttore agli appuntamenti della XIV edizione della rassegna sarà la parola-chiave 'squilibri'. Il tentativo è quello di analizzare le diseguaglianze e gli scompensi che caratterizzano in modo sempre più evidente le nostre società e in generale il nostro pianeta.  Ma chi sono, visti da vicino, i cinque finalisti?

VELIBOR ČOLIĆ è nato nel 1964 in Bosnia. Nel caos della guerra civile jugoslava, l'allora giovane cronista radiofonico, già scrittore di fama, è costretto ad arruolarsi nell'esercito croato-bosniaco. Diventa testimone della pulizia etnica. Nel 1992 diserta, viene catturato, ma riesce a fuggire. Ripara in Francia come rifugiato politico. Sceglie di combattere l'estremismo e l'odio attraverso la letteratura e fa propria la lingua dell’esilio. Nel 2016 firma Manuale d'esilio, edito in Francia da Gallimard e pubblicato nel 2017 in Italia da Bompiani: un intenso e ironico romanzo autobiografico sulle peripezie di un giovane ambizioso costretto a divenire un numero tra i rifugiati e a ricominciare tutto daccapo.

YU HUA è nato nel 1960 in Cina. Figlio di un medico e di una infermiera, dopo gli studi in medicina diviene scrittore. È considerato uno dei più interessanti autori della nuova generazione ed è uno dei pochissimi noti all’estero. Più volte candidato al Nobel per la letteratura.

Il settimo giorno. È il racconto surreale dell'itinerario di un trapassato, in lista d’attesa per la propria cremazione, tra le storture della Cina contemporanea e, al contempo, un’ironica meditazione sul destino e sul senso della fine.

HISHAM MATAR è nato a New York nel 1970 mentre suo padre lavorava per la delegazione libica alle Nazioni Unite. È vissuto a Tripoli e poi al Cairo prima di trasferirsi a Londra, dove si è laureato. Il ritorno, con cui ha vinto il premio Pulitzer 2017 nella categoria «Biography or Autobiography». L’autore ha diciannove anni quando, nel 1990, suo padre Jaballa, fiero oppositore del regime di Gheddafi, viene sequestrato e fatto sparire per sempre. Ventidue anni più tardi Hisham, che non ha mai smesso di cercarlo, può approfittare dello sprazzo di speranza aperto dalla rivoluzione del febbraio 2011 per fare finalmente ritorno nella terra «color ruggine, giallo e verde intenso» della sua infanzia felice.

DOMENICO QUIRICO, giornalista e inviato, dalle pagine de la Stampa ha raccontato le vicende dell’Africa e del mondo arabo degli ultimi vent’anni. Ha attraversato il Mediterraneo su una barca di migranti, è stato sequestrato dai soldati di Gheddafi in Libia nel 2011 e dai jihadisti siriani nel 2013. Tra i suoi numerosi libri, i più recenti sono legati alla sua esperienza di giornalismo di presenza. Con Laterza ha pubblicato nel 2017 Succede ad Aleppo. In queste pagine ripercorre anni della guerra civile con la forza di una testimonianza vissuta drammaticamente.

FRANK WESTERMAN è nato nel 1964 in Olanda. Dopo gli studi scientifici diventa presto giornalista freelance nelle zone più calde del mondo. È autore di romanzi reportage in tema di razzismo, cultura, identità e potere. I soldati delle parole è il suo ultimo titolo pubblicato da Iperborea. È ancora possibile arginare la violenza con le parole? Fino a che punto la penna è più forte della spada? Di fronte a uno dei problemi più spaventosi del nostro tempo, il terrorismo, Frank Westerman si mette personalmente in gioco per capire le strategie e i margini d’azione di chi si affida agli strumenti della trattativa, del ragionamento, della persuasione.