19 marzo 2024
Aggiornato 08:30
L'analisi

La scelta di Tondo devasta il centrodestra Fvg

Progetto Fvg per una Regione speciale di Bini pronti a rompere l'alleanza, prefigurando un altro 'caso Bandelli'. Fibrillazione anche nella Lega

UDINE - Sul tavolo di un Berlusconi irritato e nervoso c’erano tre nomi, gli ultimi da esaminare di nuovo dopo la faticosa, tragicomica rassegna dei quindici ‘cardinali’: Bini, Di Centa e Tondo. Da loro sarebbe dovuto uscire il ‘papa’ del centrodestra. Il primo è stato silurato da Savino perché troppo filo-Fedriga e amico di Saro. La seconda è stata soltanto una comparsa, perché In Fvg non ha truppe cammellate, neppure tra gli azzurri. E dunque…Renzo Tondo è tornato in pista come candidato presidente con la benedizione di Silvio e il disco verde di un Salvini esasperato dal tiramolla, e dunque disposto a sacrificare il Fvg per salvare la coalizione nazionale, nel tentativo di rimanere in cattedra come leader. (‘ragion di Stato’ si sarebbe detto in passato’). Quindi il centrodestra, per vincere una sfida scontata a suo favore in partenza, dopo essersi complicato la vita con una saga tragicomica che ha segnato il punto più basso delle trattative politiche in regione, si è affidato a un candidato che rappresenta quella quarta gamba della coalizione, poco salviniana e sempre più distante da Berlusconi.

UN ALTRO ‘CASO BANDELLI’ ALL’ORIZZONTE - Real politik? Macché! La gerontocrazia azzurra (e non soltanto in termini di chi comanda da oltre venti anni, ma anche in considerazione che il partito non stato capace di creare il fisiologico ricambio della classe dirigente) è stata costretta a chiudere il cerchio, complice un atteggiamento sicuramente remissivo di Massimiliano Fedriga, che da oltre un anno andava ripetendo di essere un soldato a disposizione e dunque pronto all’obbedienza. Che fuori da metafore e dal politichese ha sempre significato che la sua prima scelta era e rimane Roma, nonostante la base lo reclamasse imperatore del Fvg, con il forte appoggio di Progetto Fvg e di Regione speciale, che si muovevano sotto la regia di Ferruccio Saro. Morale: tutti imbufaliti. Fratelli d’Italia ha accolto la candidatura di Tondo come una imposizione. Nulla di personale, hanno detto, però nessuno ci ha interpellati. «Piena stima per Tondo – hanno scritto a caldo – ma siamo ancora in attesa di decisioni apparentemente non condivise». Forza Italia, o quello che rimane di essa, è basita. Luigi Cacitti, coordinatore di collegio Alto Friuli, ha annunciato di volersene andare dal partito ricordando come Tondo abbia «cambiato partito cinque volte in una legislatura (Forza Italia, Pdl, Misto, Autonomia responsabile, Passera, Fitto, Lupi...)». Saro, Regione speciale e Progetto Fvg sono sul piede di guerra e si sono riuniti domenica pomeriggio. Una riunione infuocata che, dopo aver chiesto un passo indietro a Tondo, ha lanciato l’ultimatum valido 24 ore: corre Fedriga o corriamo da soli. Come dire che all’orizzonte potrebbe spuntare un altro caso-Bandelli. «Nel caso non venga raccolto il nostro appello valuteremo immediatamente la possibilità di presentarci con una lista autonoma che rispecchi la richiesta chiara ed inequivocabile emersa il 4 marzo con il voto popolare del Fvg»

VERTICE NOTTURNO DELLA LEGA - E dulcis in fundo, la Lega. Che sabato notte ha convocato in fretta e furia tutti i vertici del partito in quel di Reana. La base si sente tradita da Salvini in nome della ‘ragion di Stato’, cioè della scelta di voler sacrificare un milione e duecento mila abitanti per salvare alcune dozzine di parlamentari. Dissenso e rabbia leghista contro la scelta di Tondo corrono in rete. Non è escluso che lunedì sera alcuni militanti possano contestare il padre padrone del Carroccio, atteso a Udine alle 19.  Ah, rimangono altri due pasticci figli della ‘follia’ masochista del centrodestra: la raccolta delle firme, tutt’altro che scontata visto che mancano meno di dieci giorni, e il ritorno alle urne nel collegio di Trieste dove Tondo era stato eletto deputato. Già, vai a spiegare ai cittadini che quel voto era stato uno scherzo o quasi. Insomma, la telenovela non è affatto conclusa.