29 marzo 2024
Aggiornato 15:00
Il caso

Le campane suonano troppo forte a Majano: ora il parroco è indagato

La Procura della Repubblica di Udine ha inviato l'avviso di chiusura dell'inchiesta penale contro don Emmanuel, per la 'molestie' che sarebbero state causate dai rintocchi delle campane della sua chiesa.

MAJANO - Il caso era 'scoppiato' nel luglio dello scorso anno: don Emmanuel Runditse, parroco di Majano, si era visto recapiare una multa da 2 mila euro dal Comune per una violazione in materia di inquinamento acustico. Ora la Procura della Repubblica di Udine ha inviato l'avviso di chiusura dell'inchiesta penale contro don Emmanuel, per la 'molestie' che sarebbero state causate dai rintocchi delle campane della sua chiesa.

I FATTI - Quella multa che tanto scalpore aveva creato era stata consegnata al parroco proprio perchè le campane suonavano troppo forte. Dal verbale di accertamento (scattato in seguito alla raccolta di 84 firme di alcuni cittadini residenti), risultava che i livelli di rumore prodotti dall’impianto campanario della chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo Apostoli rilevati nelle giornate del 23 e 29 marzo 2017, fossero superiori al limite consentito di 60 decibel. «Non capisco perché le campane diano fastidio solo ora. - si chiedeva il parroco al'epoca dei fatti - Prima del mio arrivo la situazione era diversa?». Poche parole ma piuttosto chiare quelle pronunciate dal parroco di Majano: «Mi chiedo se il problema sono le campane o è chi amministra, in questo momento, la parrocchia». L'uomo, originario del Burundi, in Friuli dal 2014, è sopravvissuto alla guerra etnica scoppiata nel Paese africano nella seconda metà degli anni ’90, quando davanti ai suoi occhi, mentre celebrava una messa, furono massacrati 122 fedeli. Poi la vicenda si era complicata, fino a quanto stabilito dalla Procura della Repubblica di Udine in questi giorni. Don Emmanuel da mesi è alla ricerca di una soluzione tecnica in grado di ridurre il fastidio, e in seguito all'avviso della Procura friulana ha chiesto di essere interrogato, negando l'accusa e affermando di seguire le indicazioni del Comune.