24 aprile 2024
Aggiornato 14:00
L’intervista

Elezioni Regionali: «La squadra di governo prima del 29 aprile»

Fraleoni Morgera, candidato 5 Stelle, lancia la sfida parlando degli avversari, delle priorità del suo programma, del rapporto con i cittadini

UDINE – Si considera uno ‘strumento’ per poter cambiare le cose, prendendo le distanze dalla politica che negli ultimi decenni ha amministrato la Regione Fvg. Lui è Alessandro Fraleoni Morgera, candidato presidente per il Movimento 5 Stelle. Romano di nascita, ha passato gran parte della sua vita a Bologna prima di arrivare a Trieste per amore e ‘sposare’ la causa grillina.

Qual è, a suo avviso, lo stato di salute della Regione Fvg?
«La Regione non sta bene, perché è stata soggetta a due riforme che ne hanno minato la salute: una è quella sanitaria, l’altra è quella delle Uti, enti territoriali pensati per sostituire le Province».
Quali le priorità di intervento?
«Innanzitutto la Sanità. Oggi i cittadini devono subire lunghe attese per una prestazione medica e così si vedono costretti a farsi visitare privatamente. Poi c’è la questione ticket: ma non dovevano essere abbattuti? La situazione è inaccettabile in un territorio come il nostro che dovrebbe prendersi cura di ammalati e anziani».
Oltre alla Salute?
«C’è il lavoro tra le nostre priorità. La situazione è problematica in tutta la regione. La nostra idea è migliorare il trasferimento tecnologico dai centri di innovazione al tessuto produttivo locale. Un processo che può generare nuove aziende in grado di produrre manufatti con altro valore aggiunto, e quindi nuovi posti di lavoro. Occupazione ‘normale’, perché anche le aziende con prodotti di alta tecnologia hanno bisogno di amministrativi, manutentori, impiegati e non solamente di personale altamente specializzato».
Ha citato le Uti. Vorrebbe tornare all’assetto con le Province?
«No, ma qualcosa va fatto. Cercheremo di recuperare il concetto di area vasta, che è significativo e che può sopperire in maniera adeguata all’assenza delle Province. Di certo non proporremo ai Comuni di aggregarsi se non lo vorranno fare. Poi valuteremo il da farsi quando gli effetti della riforma saranno più chiari a livello territoriale, effetti che credo nemmeno chi l’ha pensata sappia prevedere».
Ha già in mente una squadra di governo?
«La presenteremo prima delle elezioni, come fatto a livello nazionale».
Chi teme di più dei suoi avversari?
«Non temiamo nessuno perché saranno i cittadini a scegliere. Va detto che entrambi gli schieramenti ci stanno dando una mano: il centrosinistra con un candidato espressione diretta della giunta Serracchiani, il centrodestra con il valzer dei candidati. Crediamo che la scelta più naturale per i cittadini che vogliono un cambiamento sia il Movimento 5 Stelle. Noi abbiamo un programma nato con le richieste e le esigenze dei cittadini: gli altri pensano soltanto alle poltrone».
Crede che quello che accadrà a Roma potrà condizionare il voto del 29 aprile?
«Sicuramente, ma cercheremo di essere il più possibile a contatto con i cittadini per spiegare il nostro programma. Per il governo nazionale non posso che auspicare nasca un governo a 5 Stelle».